La Sardegna dice addio ad Heike Nowack, morta ieri in Germania, vicino a Monaco di Baviera, all'età di 76 anni.

Una vita spesa al fianco dei talassemici sardi, con l'obiettivo di aiutare le famiglie colpite nell'Isola da questa patologia a trovare cure e farmaci utili a migliorare l'aspettativa di vita.

Heike Nowack aveva conosciuto la Sardegna dopo il matrimonio con un amministratore in servizio alle forze armate tedesche di Decimomannu, e aveva scelto sin dagli anni Ottanta di indirizzare le proprie energie verso un aiuto concreto alle persone affette da talassemia.

Una vera e propria missione, che aveva raccolto come utile destinazione di una vita che guardava anzitutto al sociale e all'adoperarsi per il prossimo, e che la portava a frequenti spostamenti, in accompagnamento ai malati, in tutto il mondo.

È dovuto al suo impegno il ponte aereo che, una volta alla settimana, ha portato a lungo nell'Isola il sangue proveniente dall'ospedale militare di Coblenza. E sempre per il suo tramite molti malati hanno potuto accedere a farmaci sino ai primi anni Novanta del tutto sconosciuti in Italia.

"Heike Nowack è stata una figura straordinaria – ricorda a L'Unione Sarda Ramona Rinderhagen, in servizio alle forze armate tedesche di Decimomannu sino al dicembre scorso – Ricordo i suoi numerosi viaggi per sensibilizzare i politici italiani verso una malattia che sino a trent'anni fa, per chi ne soffriva, rappresentava una vera e propria condanna. Riuscì anche a farsi ricevere in udienza dal Papa".

"Ad Heike Nowack io come altri giovani talassemici sardi dobbiamo moltissimo - racconta Eloisa Abis, presidente di Thalassa Azione Medio Campidano -, anzitutto per le numerose campagne di raccolta del sangue così preziose in un'isola quale la Sardegna, ma anche per i numerosi incontri che organizzava con il semplice fine di aiutarci ad affrontare con il sorriso la malattia. Nel 1996 e nel 1998 riuscì addirittura a portare me e altri malati ad Amburgo perché fossimo sottoposti ad esami e accertamenti che in quel periodo, in Italia, non erano nemmeno pensabili".

Negli ultimi due anni, nonostante le precarie condizioni fisiche le impedissero di muoversi, Heike Nowack dal suo letto continuava a seguire i casi di molte famiglie di talassemici sardi. "Il suo impegno - ricorda Ramona Rinderhagen - andava ben oltre le iniziative e campagne pubbliche: più volte la vidi personalmente mettere le proprie finanze a disposizione dei malati, anche solo per aiutarli nella vita di tutti i giorni".

Per Heike Nowack, che lascia sei figli, il commosso ricordo delle famiglie per cui a lungo si è prodigata, e in particolare a Cagliari, Decimomannu, Villaputzu, Villagrande Strisaili. E delle numerose associazioni e degli enti, fra cui il Centro trasfusionale dell'ospedale di San Gavino Monreale, che a lungo hanno beneficiato della sua energia e del suo straordinario sorriso.

(Unioneonline/v.l.)
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