Anche nel 1943 Cagliari ha sciolto il voto.

Il simulacro del Santo, issato sul furgone del latte della ditta Gorini, attraversa le vie di una città spettrale – devastata dai bombardamenti – con una mesta processione. A bordo c'era anche Puppo, allora sedicenne, poi calciatore e giornalista anche a Videolina e Sardegna Uno.

I cagliaritani mantengono fede alla promessa, nonostante le paure e i pericoli, perché il rischio di nuove incursioni aeree non è ancora svanito. Francesco Secci, ingegnere con la passione per l’arte, fa rivivere quel momento nella miniatura esposta in questi giorni nella chiesa Sant’Anna, monumento gravemente “ferito” dalle bombe sganciate dalle "fortezze volanti".

L’artista cagliaritano, molto legato alla tradizione efisiana, negli anni scorsi, ha realizzato, utilizzando carta, cartone e vecchi tessuti. un’altra miniatura che rappresenta la processione del primo maggio con le chiese di Sant’Efisio e Sant’Anna, il corteo dei devoti con gli abiti che esprimono identità e appartenenza, i cavalli, le tracas e il cocchio. 

Questa volta ha rivolto la sua attenzione, a 80 anni dall’evento, sul pellegrinaggio di Sant’Efisio sotto le bombe. Per ricordare un atto di fede che ha contribuito a far rinascere la città.

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