Le operazioni di imbarco, infatti, erano state interrotte dal comandante per problemi di sicurezza: la nave era alla mercè degli operai, con le tute blu asserragliate sulla rampa di accesso e sui ponti interni del traghetto. Passeggeri, auto e camion, compresi tre carri armati dell'Esercito, hanno dovuto lasciare il passo ai lavoratori, pronti più che mai a rilanciare la vertenza dopo l'infruttuoso confronto, ieri mattina in Confindustria a Cagliari, con l'azienda. I sindacati hanno ritenuto insufficienti le garanzie della multinazionale per l'apertura di un negoziato sulla cassa integrazione condizionato alla cessione dello stabilimento ad un nuovo proprietario entro maggio. Confermato l'interesse delle svizzere Glencore e Klesh, resta l'incognita della chiusura dell'impianto nelle more del passaggio da una società all'altra. In attesa di un prossimo vertice al ministero dello Sviluppo economico, i lavoratori manterranno alta la mobilitazione, anche con iniziative fulminee come il blitz di oggi nel porto di Cagliari. Solo dopo una trattativa con gli agenti della Questura i lavoratori hanno deciso di interrompere la protesta. Venerdì 17, alle 14, nuova assemblea in fabbrica con sindacati e Rsu.
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