"Quello che abbiamo potuto fare non è stato molto - spiega la dirigente dell'assessorato comunale alle Politiche sociali Ada Lai - perché l'anziana era molto diffidente e alla fine ha accettato soltanto un'assistenza domiciliare minima, fare la spesa e le pulizie, una volta alla settimana". I servizi sociali hanno confermato che le due donne non avevano alcun problema di tipo economico e che sembravano in grado di prendersi cura l'una dell'altra. Dalla Asl, inoltre, non sarebbe arrivata al Comune nessuna richiesta di assistenza alla figlia colpita dalla sclerosi laterale amiotrofica della cui gravità, almeno in apparenza, nessuno si sarebbe potuto accorgere. "La situazione è precipitata all'improvviso con la morte della madre - sottolinea la dirigente comunale - e con l'assenza di reazioni da parte della figlia, con cui i servizi sociali avevano avuto pochissimi contatti. E' stato persino difficile entrare in casa loro - racconta Ada Lai - Quando la scorsa settimana una nostra operatrice ha suonato alla porta, si è trovata di fronte una donna estremamente guardinga, più diffidente che timorosa". Un atteggiamento forse riconducibile al clima di paura legato all'omicidio recente, e ancora senza colpevole, di un'anziana che viveva sola in casa proprio in via Milano, in un palazzo vicino a quello della famiglia Mulas. "Più che mai ora - conclude Ada Lai - mi sento di lanciare un appello accorato agli anziani: fatevi aiutare dagli assistenti sociali e accettate la nostra invadenza bonaria".
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