Cacciatori sardi sul piede di guerra. La mazzata è arrivata in giornata dopo lunghe interlocuzioni con gli uffici dell’assessorato regionale all’Ambiente: non si potrà cacciare la selvaggina nobile stanziale, cioè la lepre e la pernice, nella seconda domenica di ottobre.

“La Relazione dei tecnici dell'Agenzia Forestas e il conseguente parere negativo dell'Ispra (Istituto Superiore per la protezione e ricerca Ambiente) non consentono una ulteriore giornata di caccia come si sperava“, spiega Marco Efisio Pisanu, commentando la notizia. L’attività venatoria per queste due specie è consentita solo nelle riserve di caccia autogestite e autorizzate.
“Dopo la grande soddisfazione per la decisione del Tar di non prendere in considerazione il ricorso delle Associazioni ambientaliste che chiedevano di sospendere la caccia nelle giornate festive infrasettimanali del martedì e venerdì e la richiesta di riduzione  del periodo di caccia al 10 gennaio 2023 per i tordi e al 20 gennaio 2023 per gli uccelli acquatici, è arrivata la delusione per tantissimi cacciatori sardi”, spiega il presidente dell’Associazione venatoria “Caccia Pesca e Tradizioni Sardegna”.
Pisanu annuncia battaglia: “Abbiamo dimostrato che i tecnici di Forestas hanno sbagliato i calcoli dei censimenti” in base ai quali vengono effettuati i calcoli del prelievo venatorio da distribuire nelle giornate di caccia. 
“Il loro errore – spiega Pisanu - è costato caro ai cacciatori sardi. Infatti a seguito della relazione negativa di Forestas e del conseguente parere di pari tenore dell'Ispra, l'Assessore non ha potuto concedere ulteriori giornate di caccia. Per questo grave errore stiamo valutando azioni legali. Non è possibile che siano sempre i cacciatori a pagare gli errori degli altri”, conclude Pisanu.

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