Un impegno straordinario della Regione «per garantire il diritto allo studio ai tantissimi universitari che risultano idonei ma non ancora beneficiari» delle borse di studio. È quanto sottolinea il consigliere regionale Roberto Deriu (Pd) che evidenzia i numeri della grave situazione in cui versa la compagine studentesca in Sardegna: «Sono oltre 4.000 gli universitari idonei alla borsa di studio e che attualmente risultano non beneficiari del contributo».

Il motivo? Gli stanziamenti previsti (RAS-FIS-PNRR-PON), specifica Deriu, sono sufficienti per erogare il sostegno «a tutti gli studenti idonei nelle graduatorie degli Ersu di Cagliari e Sassari, ma - precisa - il Governo non ha ancora accreditato tutti i fondi impegnati per la Regione Sardegna, e quelli già accreditati non sono utilizzabili dagli Ersu a causa dei vincoli posti dalla Conferenza Stato Regioni con le risorse derivanti dal PNRR».

Mancano all'appello «circa 16.450.000 euro, necessari per pagare la prima rata agli studenti attualmente idonei ma non beneficiari, e la seconda rata a tutti gli studenti nelle graduatorie».

«L'emblema di questa situazione sta nel fatto che la Regione avrebbe già i fondi sufficienti per pagare quanto meno la prima rata delle borse di studio a tutti gli studenti risultati idonei nelle graduatorie degli Ersu, ma non può farlo per i vincoli suddetti - spiega il consigliere dem -. Questo è molto grave perché il mancato pagamento delle rate nei tempi previsti dalle leggi comporta una vera e propria barriera all'accesso all'università per le matricole, e al proseguimento degli studi per gli altri studenti. Una vera e propria negazione del diritto allo studio per migliaia di studenti delle università sarde».

Infine l’appello: «Ritengo doveroso un impegno urgente e straordinario da parte della Regione, al fine di colmare momentaneamente il vuoto lasciato dal Governo, dando la possibilità agli Ersu di accreditare con immediatezza la prima rata delle borse di studio a tutti gli studenti idonei nelle graduatorie, accedendo anche a fondi propri se questo significasse salvare il diritto allo studio di migliaia di giovani».
(Unioneonline/s.s.)

© Riproduzione riservata