In Sardegna non piove e i bacini si svuotano. Se la tendenza non dovesse cambiare, nella prossima stagione estiva le restrizioni rischiano di essere inevitabili. Per avere il quadro della siccità basta guardare i dati sul riempimento dei bacini:  a fine dicembre 2021 gli invasi artificiali erano pieni all'83,12% della loro capacità, mentre nel dicembre 2022 il livello è sceso al 60,21%. 

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«L'ultimo bollettino indica che negli invasi ci sono 1.098 milioni di metri cubi d'acqua», spiega Francesca Ghirra, deputata cagliaritana dell’alleanza Verdi-Sinistra, «poco più del 60 per cento del volume utile autorizzato: dati che hanno condotto già ora alla dichiarazione dello stato di preallarme di siccità, indice di una situazione che rischia di divenire gravissima nei prossimi mesi primaverili ed estivi».

Il periodo di siccità prolungato  ha avuto un effetto deleterio anche sulle falde acquifere, che risultano essersi ridotte di ben due terzi in cinque anni con conseguenti limitazioni sull'utilizzo dell'acqua in molti territori dell'Isola.

«È fondamentale proseguire nell'attività di costante monitoraggio della situazione», sottolinea Ghirra, «ma occorre anche e soprattutto predisporre e sviluppare urgentemente massicci interventi di manutenzione e progetti per la realizzazione di nuove infrastrutture, che consentano di evitare il ricorso a misure restrittive su una risorsa come l'acqua, bene primario e fondamentale per tutta la comunità».

Il tema è stato sottoposto all’attenzione del ministro dei Lavori pubblici, Matteo Salvini, «per conoscere quali iniziative intenda assumere per contrastare il fenomeno della siccità in Sardegna», conclude Ghirra. 

(Unioneonline/E.Fr.)

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