La strategia l'hanno costruita a tavolino: "soffocare" la Sardegna con centrali a carbone per poi avere la scusa di invaderla a colpi di pale eoliche e "graticole solari" infinite. Un piano quasi decennale per accerchiare l'isola, metterla spalle al muro e sacrificarla sull'altare della speculazione energetica.

Traguardare l'indipendenza energetica della Sardegna, fondata sull'idrogeno, il «combustibile più innovativo e l'unico ad emissioni zero», come indica in modo chiaro e indelebile la "Pratobello", la Legge di Iniziativa Popolare sottoscritta da 210.729 sardi, è la più imponente sfida di modernità per un'Isola da sempre isolata e tradita, sfruttata e abbandonata.

Uno scenario tutto rivolto a "rinnovabili" pubbliche e sostenibili, dai tetti degli edifici pubblici a quelli privati, dalle superfici coperte delle aree industriali e artigianali a quelle lineari, strade, ferrovie e piste ciclabili.

Un progetto su larga scala da perseguire attraverso comunità energetiche comunali, intercomunali e regionali, puntando alla generazione elettrica attraverso l'idrogeno verde. In questo quadro l'Isola, se non si perderà altro tempo, potrebbe agganciarsi ai Paesi più evoluti a livello europeo e mondiale, scegliendo la via più moderna per arrivare in modo "indipendente", bloccando la speculazione energetica, al traguardo delle "emissioni zero". 

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