Non è un ammutinamento. Semplicemente, «non ci sono le condizioni e i tempi perché i Comuni riescano a compilare i fogli Excel sulle aree idonee ricevuti dalla Regione». A farsi portavoce delle fasce tricolori è Daniela Falconi, presidente di Anci Sardegna che, su richiesta, spiega «la linea, già nota: nei recenti incontri con la Giunta, gli enti locali hanno fatto presente che non ci sarebbero stati i tempi tecnici per completare in pochi giorni un lavoro complesso, a cui si deve dedicare ben altra attenzione».

L’Anci

Dunque, la gran parte dei Comuni ha deciso di non indicare alla Giunta le aree idonee in cui installare gli impianti “verdi”. Pale e pannelli che rientrano nei 6,2 gigawatt di potenza installabile scritti nel decreto Pichetto Fratin e accettati da Todde. Dall’associazione dei Comuni, Falconi sottolinea: «I sindaci confermano la piena collaborazione con la Giunta, ma è molto più semplice che siano gli uffici regionali a scrivere la legge con parametri oggettivi, per poi coinvolgere gli enti locali nella fase attuativa di programmazione dei territori, su cui i Comuni detengono la competenza». 

Scelta definitiva

Discorso diverso per «quelle amministrazioni – sottolinea Falconi – che hanno deliberato di non avere aree idonee nel proprio territorio». Con certezza, Orgosolo, Lei e Bortigali. In tutti gli altri casi, il confronto tra sindaci e Giunta si sposterà in Consiglio regionale. «Supponiamo – conclude Falconi – che gli enti locali potranno intervenire presentando non solo le proprie osservazioni al testo normativo ma anche una procedura di revisione nella fase attuativa. Lavorare su una proposta di legge concreta renderà più agevole prendere le decisioni».

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