Alghero, una soldatessa morì in scooterAssolti responsabili cantiere incriminato
Assolti perché il fatto non sussiste: i cinque imputati per l'omicidio colposo di Debora Piu sono stati dichiarati innocenti.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il giudice dell'udienza preliminare, Carla Altieri, ha ritenuto che l'incidente in cui la ventiseienne, ex militare in congedo dalla Brigata Sassari, ha perso la vita non sia dipeso dal cantiere posizionato lungo la strada che porta a Val Verde, e che lo stesso cantiere fosse assolutamente in regola. Per questo motivo il gup ha assolto l'imprenditore titolare del cantiere che stava realizzando la pista ciclabile, Giampiero Sanguinetti, 58 anni di Ozieri; il direttore dei lavori Andrea Fonnesu, 37 anni di Alghero; il responsabile del procedimento per conto del Comune Giovanni Salvatore, 42 anni di Alghero; il dirigente del settore opere pubbliche del Comune Antonio Era, algherese di 54 anni; e il responsabile della sicurezza Marco Dettori, 56 anni, di Alghero.
Per loro il pm Michele Incani, aveva chiesto una condanna a un anno e quattro mesi di reclusione. Secondo la sua ricostruzione, infatti, il cantiere non rispettava le norme minime di sicurezza e aveva una segnaletica non adeguata.
Ma il gup, al termine del processo celebrato con il rito abbreviato, ha accolto le arringhe degli avvocati difensori, Sebastiano Chironi, Nicola Satta, Salvatore Porcu e Gavino Fonnesu, che nell'ultima udienza avevano precisato che quel cantiere era stato allestito ben otto mesi prima della scomparsa di Debora Piu.
L'incidente è avvenuto nel mese di giugno del 2009. La ragazza era alla guida dello scooter quando la ruota toccò prima il cordolo della strada che serviva a delimitare la pista ciclabile di Alghero. A quel contatto la moto rispose in maniera brusca, finendo prima contro un blocco di cemento e poi su un palo della linea telefonica. Insieme all'assoluzione, il gup ha rigettato anche la provvisionale di 180mila euro avanzata dall'avvocato di parte civile, l'avvocato Mariano Mameli.