Alcoa, sale la tensione dopo il finto attentatoCinquecento operai in partenza per Roma
Domani una Roma "blindata" accoglierà cinquecento manifestanti: un migliaio di uomini delle forze dell'ordine in campo e luoghi istituzionali sorvegliati speciali. Cresce la tensione, dunque, dopo il finto attentato di ieri: otto candelotti scoperti sotto un traliccio di Terna, davanti all'ingresso dello stabilimento Alcoa di Portovesme. Ma l'ordigno conteneva solo mastice. Il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri ha comunque definito l'episodio "inquietante".Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Almeno mille uomini messi in campo dalle forze dell'ordine, luoghi istituzionali protetti: così si prepara Roma alla grande manifestazione degli operai dell'Alcoa. Dopo che il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha detto che per trovare una soluzione ci vorranno mesi, in cinquecento si imbarcheranno oggi - la maggior parte in nave da Olbia stanotte, gli altri con il primo volo da Cagliari domani - e arriveranno a Civitavecchia lunedì all'alba, per poi essere scortati, viaggiando in pullman, dalle forze dell'ordine fino a Roma, dove manifesteranno in un corteo autorizzato fino al ministero dello Sviluppo economico, in via Molise.
La vertenza Alcoa sta arrivando alla stretta finale. Si tratta su due binari paralleli per cercare un nuovo acquirente in grado di rilevare lo stabilimento di cui Alcoa vuole disfarsi. Governo e Regione puntano ad aprire il negoziato con Glencore, già presente nel polo industriale di Portovesme; la multinazionale americana, invece, sta mantenendo contatti con Klesch. Domani si saprà se le manifestazioni di interesse sfoceranno in qualcosa di concreto.
LA FINTA BOMBA - Ieri mattina, intanto, la tensione è salita alle stelle. Una telefonata anonima arrivata al corrispondente dal Sulcis di Videolina aveva annunciato la presenza di una bomba sotto un traliccio di Terna, praticamente all'ingresso dell'impianto Alcoa di Portovesme. Stessa telefonata all'Ansa. Gli artificieri hanno trovato otto candelotti legati insieme quattro a quattro. All'inizio hanno pensato che l'ordigno contenesse gelatina e che fosse collegato a un innesco. Dopo un'ora il rientrato allarme: si trattava di un falso ordigno. All'interno, come hanno stabilito gli artificieri, c'era solo mastice, mentre i fili elettrici che uscivano dai candelotti arrivavano ad una scatola con una batteria ma che non era un detonatore. Il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri ha parlato di "messaggio inquietante". Per gli investigatori si è trattato comunque di "un brutto segnale". "L'ordigno - hanno spiegato - era confezionato bene, ed ad una prima ispezione poteva sembrare vero. Le immediate analisi sul materiale inserito all'interno dei candelotti hanno rivelato si tratta di mastice e non di gelatina, come temuto in un primo momento dagli artificieri. La presenza di fili che collegavano i candelotti e finivano in una scatola ha poi fatto temere la presenza di un innesco che invece si è rivelato finto". Gli artificieri della Polizia, giunti da Cagliari, hanno comunque messo in sicurezza l'area decidendo di far saltare la scatola collegata con fili elettrici ai candelotti per le operazioni di polizia facendo saltare una sorta di scatola: all'interno non c'era un detonatore ma una batteria. I candelotti sono stati portati a Cagliari per ulteriori controlli e verifiche.
REAZIONI. Il Presidente della Regione Ugo Cappellacci: "Il finto ordigno collocato sotto un traliccio è un gesto esecrabile e isolato che nulla ha a che fare con la battaglia giusta condotta dai lavoratori, dalle istituzioni, dai sindacati e dai rappresentanti del territorio per salvaguardare l'occupazione e rilanciare un polo strategico per tutto il paese".
Anche il responsabile della sicurezza del Pd ha condannato il gesto: "E' comunque grave e preoccupante il ritrovamento di un presunto ordigno, rivelatosi poi falso, lasciato ai piedi di un traliccio vicino allo stabilimento Alcoa. Nonostante il falso allarme, rimane forte l'impressione che questo tipo di segnale non abbia nulla a che fare con le legittime proteste di questi mesi degli operai dello stabilimento".
"Una provocazione contro i lavoratori e il territorio per distogliere l'attenzione dal vero problema": questo, secondo il presidente della Provincia di Carbonia Iglesias Salvatore Cherchi, il significato del falso ordigno ritrovato all'ingresso dell'Alcoa. Per Cherchi, l'azione "non sposta l'obiettivo. Lunedi, al vertice al ministero chiederemo un atto di responsabilità ad Alcoa e cioè atti di distensione tanto più motivati perché la situazione non è irreversibile e senza prospettive. Valuto positivamente la risposta del numero uno di Glencore al Governo poiché si coglie un concreto interesse ad un'importante operazione industriale. Bisogna fare passi in avanti subito - ha concluso Cherchi - anche per rispetto verso i lavoratori".