I dazi di Trump preoccupano gli artigiani sardi. «Speriamo non colpiscano il pecorino romano»

22 gennaio 2025 alle 13:47aggiornato il 22 gennaio 2025 alle 13:48

I dazi sui prodotti europei, annunciati dal neo eletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump, preoccupano le imprese della Sardegna. Gli Usa, secondo un dossier elaborato dall'Ufficio studi di Confartigianato Sardegna, su dati Istat, rappresentano, infatti, un importante mercato di riferimento per l'isola, posizionandosi, con 492 milioni di euro nel 2024, al terzo posto tra i primi 10 mercati di sbocco, dopo Francia e Spagna.

118 milioni di euro sono rappresentati dall'export manifatturiero, al netto dei prodotti energetici, e 85 milioni dalle esportazioni sarde di prodotti realizzati nei settori alimentare, tessile, abbigliamento, calzature, legno, mobili, prodotti in metallo, gioielleria e altre manifatture a maggior concentrazione di MPI. I dati provinciali dicono che Cagliari ha esportato per 344milioni, il nord Sardegna per 98milioni, Nuoro per 35milioni, il Sud Sardegna per 8 e Oristano per 7.

A livello settoriale il 70% del totale delle esportazioni verso gli Stati Uniti dei beni realizzati sull’Isola riguarda i prodotti derivati dalla raffinazione del petrolio, il 21,2% dai prodotti alimentari, il 2,4% da macchinari e apparecchiature, l’1,8% dai prodotti chimici, l’1,6% da mezzi di trasporto, l’1,2% dalle bevande e l’1,2% dai prodotti in legno, sughero (esclusi i mobili); articoli in paglia e materiali da intreccio. 

Alla luce di questi numeri le scelte protezionistiche di Trump potrebbero avere ripercussioni importanti sulle piccole e medie imprese sarde anche per la cosiddetta filiera (per una singola bottiglia di vino la perdita a cascata, ad esempio, sarebbe anche per l'artigiano che produce il tappo, l'etichetta o gli imballaggi).

Tra i prodotti sardi più amati e apprezzati negli Stati Uniti c'è il pecorino romano. Nel video le interviste di Egidiangela Sechi a Federico Fadda di Confartigianato Gallura e a Gianni Maoddi, presidente del Consorzio di tutela del Pecorino romano.

Il primo esprime preoccupazione per la politica economica annunciata dal neo presidente Trump, il secondo si dice ottimista: «Nella passata esperienza Trump il nostro formaggio era stato escluso dalla tassazione- ha detto- pensiamo che accadrà anche stavolta».