#AccaddeOggi: 6 giugno 2004, muore Ronald Reagan

06 giugno 2022 alle 07:01

Moriva il 6 giugno del 2004 Ronald Reagan. Il due volte presidente Usa aveva 93 anni, è morto nella sua casa a Los Angeles dopo aver combattuto per quasi dieci anni con l'Alzheimer.

Prima di entrare in politica è stato attore e divo del cinema. Le sue grandi capacità comunicative gli hanno permesso di conquistare l'elettorato. Un gioventù nel Partito Democratico, ma negli anni Sessan passa ai Rapubblicani e diventa per due mandati governatore della California, oltre che figura più importante del movimento conservatore statunitense.

Alle presidenziali del 1980 batte nettamente il presidente in carica Jimmy Carter conquistando la Casa Bianca. Con il suo vice (e poi successore) George Bush viene rieletto nel 1984, vincendo in ben 49 Stati su 50, un vero e proprio record nelle statistiche elettorali degli Usa.

Con lui a Washington e Thatcher a Londra inizia l'era del neoliberismo sfrenato. La politica economica di Reagan è basata sul taglio delle tasse, sull'aumento delle spese militari ed è molto refrattaria a qualsiasi intervento dello Stato nell'Economia. Sul piano della politica estera, alza il livello della sfida militare ed economica all'Unione Sovietica. Poi negozia con Gorbaciov importanti riduzioni all'arsenale atomico e, poco dopo l'insediamento del suo successore, arriva il collasso dell'Unione Sovietica. Un crollo che per molti era inevitabile e che sarebbe avvenuto comunque, ma che per alcuni vede come attore principale o "acceleratore" del processo proprio Reagan.

Un Berlusconi ante litteram, rivoluziona letteralmente le strategie di marketing politico: si propone come uomo vicino alla gente e cittadino tra i cittadini, mostrandosi - proprio come i cittadini comuni - scettico sulla capacità del governo di risolvere i problemi economici. "Il governo non è la soluzione del nostro problema, il governo è il problema", dice durante il suo insediamento.

Attraversa scandali, momenti negativi economici ed elettorali (quando perde nelle votazioni del Congresso) e crisi internazionali mantenendo tassi d'approvazione relativamente alti. Con la Thatcher è certamente il più importante politico conservatore degli anni Ottanta.

(Unioneonline/L)