Le sue origini, per parte di padre, sono in un’altra Isola, la Sicilia, e ora arriva in Sardegna per la prima volta da amministratore delegato di UniCredit. Nato e cresciuto a Roma, ma con una lunga esperienza professionale a Londra, Andrea Orcel, 59 anni, viene descritto come un manager molto competitivo ma anche molto attento all’innovazione e al risultato finale. Da quando ha preso le redini di UniCredit ha insistito molto sulla semplificazione dei processi e sulla valorizzazione del rapporto con la clientela e sarà nell’Isola per un’iniziativa importante.

Dottor Orcel, è la prima volta che lei visita la Sardegna come amministratore delegato di UniCredit. Sappiamo che state lavorando a un’iniziativa per valorizzare le opportunità delle Zone economiche speciali per il Sud e per la Sardegna.

«Abbiamo messo a disposizione un plafond da 1 miliardo a favore delle imprese che vogliono investire nelle 8 Zes italiane. Nei prossimi giorni qui in Sardegna firmeremo un accordo con il Commissario Zes con l’obiettivo di fare da partner finanziario delle imprese che vorranno investire nella regione. Le Zes si sono affermate nel mondo come strumenti per l’attrazione di investimenti e in altre nazioni hanno agito da forte volano di sviluppo. Per questo come UniCredit guardiamo con molto interesse a questo tema, perché possono rilanciare la competitività dei territori e favorire la riduzione dei divari tra differenti aree del Paese».

La Sardegna quest’estate ha avuto un boom, così come altre regioni, sul fronte turistico: dal suo osservatorio crede che questa tendenza continuerà oppure ha inciso il dopo-pandemia?

«Non mi stupisco del boom della Sardegna, stiamo parlando di una terra magnifica. Il settore turistico ha subito un’importante battuta di arresto a causa della pandemia ma è un comparto cruciale per l’economia del Paese e della regione. Proprio per sostenerne il rilancio siamo stati la prima banca in Italia ad aderire alla Convenzione siglata tra ministero del Turismo, Cdp e Abi e a breve potremo concedere finanziamenti agevolati per interventi di riqualificazione energetica, sostenibilità ambientale e innovazione digitale delle strutture del comparto. Mi sento di dire che ci sono tutte le condizioni affinché il boom di quest’anno possa ripetersi in futuro, ma per raggiungere questo risultato le imprese dovranno investire per migliorare la competitività e fare sinergia con altri settori trainanti nella regione».

Quali sono secondo lei i settori strategici per l’Isola, oltre al turismo?

«Sicuramente l’agroalimentare. Favorire la relazione tra la filiera agricola e quella turistica territoriale può generare valore economico e nuove opportunità per il rafforzamento dell’incoming turistico. In UniCredit ci crediamo molto e per questo abbiamo rilanciato recentemente “Made4Italy” destinando un nuovo plafond di 5 miliardi di euro per le imprese del turismo e dell’agricoltura. Inoltre, a breve saremo operativi nella nuova iniziativa del Fondo Centrale di Garanzia con una sezione speciale finalizzata ad agevolare l’accesso al credito per le imprese alberghiere e le strutture che svolgono attività agrituristica. La Sardegna ha molte carte da giocare su questo fronte in virtù dell’ampia varietà paesaggistica ed enogastronomica che offre».

Più in generale, ha detto che andremo incontro a un periodo di recessione ma bisogna capire quanto sarà profonda: le sue previsioni?

«Sicuramente il mercato è preoccupato per l’inflazione, la guerra, le problematiche energetiche e credo che queste cose avranno tutte un impatto, però ricordiamoci che l’Italia continua a crescere più della Germania e della Francia e che la ricchezza delle famiglie è superiore ai 10 mila miliardi ed è aumentata di quasi 200 miliardi rispetto ai livelli pre Covid. Tuttavia, non si tratta di una classica crisi economica, ma nasce come conseguenza di una guerra che ha portato a decisioni politiche specifiche con un impatto diretto sulla geopolitica globale. Non è possibile avere certezze su cosa accadrà nell’immediato futuro, dobbiamo concentrarci su ciò che possiamo controllare e per quanto riguarda la banca, fare leva sulla forza delle nostre attività che derivano dall’essere una banca rinnovata, con una performance operativa molto forte e le migliori linee di difesa del settore, per affrontare qualsiasi sfida».

Inflazione e caro energia: un tetto al prezzo del gas potrà placare i rincari?

«I governi stanno parlando direttamente con l’industria e le banche per varare misure di assorbimento di questi shock. Provvedimenti che, pur temporanei, dovrebbero aiutare a sostenere l’economia. Sicuramente è necessario agire urgentemente, inflazione e recessione non si vedevano da diverse decadi ed è un fenomeno complicato da gestire».

Quali sono i sostegni che UniCredit metterà in campo? E anche in Sardegna?

«Come UniCredit siamo già intervenuti in anticipo e proattivamente con gli aiuti per contribuire a mitigare gli impatti negativi che derivano dalla pericolosa spinta inflattiva. Abbiamo lanciato un piano di azione del valore complessivo di 8 miliardi con l’obiettivo di sostenere il reddito disponibile delle famiglie e la liquidità del sistema produttivo. Sono misure concrete, per le imprese abbiamo previsto un plafond di 5 miliardi per sostenerne le esigenze di liquidità e offriamo una nuova moratoria per i finanziamenti che non stanno beneficiando di garanzie pubbliche. Oltre a questa iniziativa, mettiamo anche a disposizione delle Pmi italiane finanziamenti a medio-lungo termine a condizioni calmierate per supportare gli investimenti delle aziende in tutti i settori. Senza dimenticare le iniziative per la gestione del bilancio familiare, come la possibilità di sospendere, per la durata massima di 12 mesi, il pagamento della quota capitale delle rate dei mutui o di ridefinire la rata mensile. Dal primo ottobre inoltre è possibile dilazionare i pagamenti con carta, con un piano fino a 6 mesi e tasso e commissioni zero».

Il Pnrr è una grande occasione: la sua banca come si pone davanti agli obiettivi del piano e su quali settori strategici ritiene che si debba puntare maggiormente?

«Il Pnrr rappresenta un'opportunità imperdibile di sviluppo. Abbiamo messo a disposizione delle Pmi che accedono ai fondi europei nell’ambito del Piano una gamma di soluzioni finanziarie e consulenziali, tra cui nuovi finanziamenti a tassi competitivi anche finalizzati a fronteggiare gli aumenti delle materie prime. L’obiettivo principale è fornire nuova liquidità ad integrazione dei fondi europei per portare avanti i bandi del Pnrr che rischiano di bloccarsi per i rincari. Vogliamo sostenere le imprese di ogni settore a investire in sostenibilità e digitalizzazione perché sono un motore di rilancio in questa fase cruciale per l’economia del Paese».

Le Borse tuttavia vanno su e giù anche a causa delle tensioni geopolitiche: cosa serve per ridare stabilità ai mercati? E per l’Italia, una maggioranza stabile aiuterà il Paese?

«La governabilità è senza dubbio un elemento positivo per il Paese. In generale assistiamo sicuramente ad una fase di alta volatilità dei mercati e la loro stabilità dipenderà molto anche dagli sviluppi geopolitici. Se la guerra degenerasse potremmo avere un impatto economico sociale peggiore di quello che stiamo vedendo, ma non lo possiamo prevedere».

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