Si sono tenuti al Palacongressi della Fiera di Cagliari gli Stati generali dei balneari della Sardegna, un’occasione per fare il punto sul futuro del settore, a quasi un mese di distanza dalla sentenza del Consiglio di Stato del 9 novembre, che ha disposto la proroga delle attuali concessioni fino al massimo al 31 dicembre del 2023 e quindi l’indizione di gare a partire dal primo gennaio 2024.

Organizzatori dell’appuntamento Sib Confcommercio, Fiba e Federbalneari, con la partecipazione di Assonautica.

Al termine dell’incontro  è stata lanciata la proposta di una legge per il riordino delle concessioni demaniali con finalità turistico-ricreative, che sia in grado di offrire alle imprese del comparto garanzie e certezze anche per il futuro, con la richiesta di una convocazione immediata della commissione Attività produttive del Consiglio regionale.

"In Sardegna il 95% delle attività sul demanio sono a conduzione familiare, famiglie che devono essere tutelate", ha spiegato Claudio Maurelli, presidente di Federbalneari Sardegna nel suo intervento, "le concessioni registrate oggi nell’Isola sono 1200, la cui grandezza media è di 600 mq (più del 50% sono concessioni di 200 mq, le restanti concessioni variano tra i 500 e i 2000 mq) mentre solo il 2% è composto da concessioni pertinenziali. È quindi evidente il danno che la sentenza del Consiglio di Stato ha arrecato non solo al comparto del turismo balneare, ma a tutta l’economia regionale".

L’evento ha visto anche la partecipazione in collegamento di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni, che hanno sposato la causa degli operatori e hanno criticato fortemente la sentenza.

"Sicuramente l'unica cosa che l'Italia non si può permettere di fare è svendere le sue spiagge e il suo mare e il sacrificio di migliaia di imprenditori: la sentenza del Consiglio di Stato grida vendetta al mondo e non mi rassegno, non mi adeguo e non mi abbatto", ha affermato il segretario della Lega, "anche ieri abbiamo ragionato come muoverci e questa mattina ho sentito il sottosegretario Centinaio e c'è la possibilità di intervenire e percorreremo tutte le possibilità legalmente perseguibili entro il 2023 e anche prima".

"La direttiva Bolkestein deve essere smontata pezzo per pezzo e riga per riga non solo per i balneari, ma anche per altre categorie, guardate la vicenda Tim, se si lascia che sia solo il mercato a decidere, senza la valutazione degli investimenti, per l'Italia non va bene", ha aggiunto, parlando della recente manifestazione di interesse del fondo americano Kkr per l’acquisizione della società di telecomunicazioni

"Credo che ci sia ancora spazio per chiedere al governo un impegno serio e deciso per andare a Bruxelles per pretendere per il turismo balneare italiano un trattamento equo, non la difesa di un privilegio, come dicono i vostri detrattori", ha dichiarato la leader di Fratelli d'Italia.

"Ci sono alcuni Stati d'Europa che hanno messo in sicurezza le proprie imprese con concessioni molto lunghe – ha aggiunto – che consentono di ammortizzare gli investimenti degli imprenditori e nessuno di questi Stati è stato bacchettato da Bruxelles, perché le imprese balneari italiane devono essere discriminate rispetto alle loro concorrenti spagnole, portoghesi o croate?".

"Non arrendetevi, restate uniti e fate sentire forte la vostra voce a chi oggi tende a considerarvi un tumore da rimuovere. Se per farlo dite di essere disponibili a mettere da parte le rare situazioni di evidente privilegio, che pure esistono come in tutte le categorie, fatelo senza remore. Voi siete un vanto per il sistema turistico italiano. È ancora una battaglia che si può vincere", l’appello finale di Meloni ai balneari dell’Isola.  

(Unioneonline/F)

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