In un Consiglio d’amministrazione straordinario Tim ha preso atto della proposta arrivata dal fondo statunitense Kkr, che ha espresso una manifestazione di interesse non vincolante per lanciare un’Opa (offerta pubblica di acquisto) al 100% sulla società di telecomunicazioni.

La proposta prevede un prezzo di 0,505 euro per azione ordinaria o di risparmio e la capitalizzazione complessiva del gruppo viene valutata pari a circa 10,8 miliardi, ovvero il 45% in più rispetto alla capitalizzazione alla chiusura di Borsa venerdì scorso, quando le azioni erano quotate 0,3465 euro.

Se le intenzioni del fondo vengono considerate "amichevoli" i rappresentanti di Vivendi, primo azionista con il 23,8%, si sono detti contrari all’operazione.

Il governo, invece, ha valutato come “positivo” l'interesse per la società da parte di un investito straniero.

"Se dovesse concretizzarsi, sarà in primo luogo il mercato a valutare la solidità del progetto", ha fatto sapere il ministero dell’Economia e delle Finanze.

Un gruppo di lavoro composto dagli esponenti di governo titolari delle competenze istituzionali principalmente coinvolte, oltre che dalle amministrazioni e da esperti, studierà il dossier, e quindi lo stesso Daniele Franco, insieme al ministro dell’Innovazione e della transizione tecnologica Vittorio Colao e a quello dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, con il sottosegretario alla presidenza del consiglio Roberto Garofoli.

Trattandosi di un’azienda considerata strategica, potrebbe entrare il gioco la cosiddetta “Golden Power”, una serie di norme che conferiscono agli Stati poteri speciali di intervento in caso di transazioni che riguardino i settori della sicurezza, della difesa nazionali, dell’energia, dei trasporti e delle telecomunicazioni.

Al momento la Kohlberg Kravis Roberts & Co vuole avere accesso alla data room di Tim, avviando una due diligence che potrebbe durare circa un mese e avere il "gradimento da parte dei soggetti istituzionali rilevanti", ovvero assicurarsi che il governo non eserciti questo potere.

L'offerta a sorpresa del fondo americano sembra un “colpo di coda” dell'ad Luigi Gubitosi, nelle ultime settimane messo alle strette da Vivendi.

Un nuovo Cda è in programma per il 26 novembre e all'ordine del giorno, secondo  le indiscrezioni, potrebbe esserci la sfiducia all’amministratore delegato, se i francesi troveranno nel frattempo un sostituto che trovi il placet anche di Cassa depositi e prestiti. 

(Unioneonline/F)

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