Il ministro del Tesoro Giovanni Tria concorda con il presidente della Camera Roberto Fico: "È necessario abbassare i toni con l'Unione europea".

Dichiarazioni, quelle del numero uno di via XX Settembre, per stemperare le esternazioni dei due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio nei confronti di Bruxelles, all'indomani delle polemiche sulla Manovra elaborata dal governo Conte.

In audizione davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, riunite a Montecitorio, Tria ha nuovamente difeso il Documento di programmazione economico-finanziaria varato dall'esecutivo.

"Scommettere sui cittadini non è solo un modo nuovo di agire, ma anche coraggioso che non vuol dire impavido e irresponsabile", ha detto il ministro ai parlamentari, assicurando che "le politiche del governo cominceranno a dispiegare i propri effetti sul Pil già nel 2019".

"L'obiettivo - ha aggiunto Tria - di indebitamento netto del 2,4%, superiore di sei decimi di punto al valore stimato per il 2018, consentirà anche la disattivazione dell'aumento dell'Iva per il 2019. Per il 2020 e il 2021, invece, il deficit è previsto al 2,1% e all'1,8% e troverà spazio la riduzione di aumenti Iva per 5,5 miliardi nel 2020 e per 4 miliardi nel 2021".

Ancora: "Una volta raggiunti livelli di Pil e di disoccupazione prossimi ai livelli del 2008 la ripresa del processo di pareggio strutturale potrà essere anticipato".

Il numero uno del Tesoro ha anche difeso il reddito di cittadinanza: "È un investimento - ha detto - sulle componenti più vulnerabili della popolazione, perché tornino a essere parti attive della vita lavorativa della società. Uno strumento per sostenere le categorie vulnerabili che hanno sofferto la crisi e soffrono della transizione tecnologica. Eliminerà sacche di povertà non accettabili nel settimo paese del mondo".

"Non si può stare nei mercati globali - ha concluso Tria - senza un rafforzamento delle reti di protezione per i perdenti".

(Unioneonline/l.f.)

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