Il rialzo delle temperature, superiori alla media stagionale, crea grande preoccupazione per il settore agricolo e zootecnico e, in concreto – avvisa Coldiretti Sardegna -, la minaccia del ritorno di una nuova ondata di Lingua Blu.

Cruciale quindi, spiega l’associazione, «un piano d'azione che preveda interventi immediati e tempestivi sia per affrontare una eventuale epidemia che per la dotazione dei vaccini e repellenti utili a prevenire la diffusione della malattia e proteggere la salute degli animali».

«L’esempio di questi oltre 20 anni di ondate di malattie animali – sottolinea il presidente Battista Cualbu - ha dimostrato che è molto meglio investire in prevenzione diretta e indiretta che intervenire con soldi pubblici per ristorare i danni, oltre al problema degli animali morti pesa di gran lunga per le aziende la condizione di quelli che, seppur sopravvissuti alla malattia, presentano strascichi per il resto della loro vita con molti capi che abortiscono e, altri, ridotti in condizioni precarie - aggiunge -. Gli animali improduttivi sono un costo ulteriore per le aziende già colpite in questi anni dai rincari delle materie prime. Ecco perché chiediamo che il prossimo esecutivo regionale intervenga prontamente per affrontare a monte i problemi e arrivare preparati in caso di nuovi focolai».

«Quelle che venivano chiamate emergenze, oggi sono la normalità e come tale devono essere affrontate - rincara Luca Saba, direttore di Coldiretti Sardegna - la Regione deve avere una strategia per il futuro e per questo chiediamo che sia programmata immediatamente la campagna 2024. Con una task force per le emergenze si può già pensare a effettuare gare d’appalto per l'acquisto di vaccini e decidere la migliore strategia da attuare anche dal lato della prevenzione, in collaborazione con gli allevatori». Per Saba, «investire in prevenzione vuol dire mitigare gli impatti negativi del cambiamento climatico e proteggere il nostro patrimonio agricolo e zootecnico - dice - sono necessarie misure immediate come vaccinazioni e repellenti, da un lato, e ristori in caso di danni, dall’altro - conclude -. Su questo punto la collaborazione con le associazioni sono importanti e noi siamo pronti, con i nostri Caa, per lavorare sulle domande e offrire un sostegno per abbattere i tempi della burocrazia».

I danni economici derivanti dalla Blue Tongue, dalle rilevazioni di Coldiretti, sono considerevoli sia per le perdite dirette di animali sia per i costi associati alla prevenzione e alla gestione della malattia. Si parla di oltre 170 milioni di euro di indennizzi e quasi 1 milione di pecore morte negli ultimi vent’anni.

E se nell’ovino la situazione è stata drammatica, anche nel bovino sono ingenti i fondi persi dalle aziende e quelli messi in campo dalla Regione per gli indennizzi. Sempre secondo una elaborazione Coldiretti Sardegna, negli anni è emerso il pesante e incalcolabile fardello per gli allevatori, in particolare per i bovini da carne, che continuano a subire la norma del blocco della movimentazione.

(Unioneonline/s.s.)

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