È il giorno della verità. "Oggi capiremo se sarà pace o scoppierà definitivamente la guerra del latte", ha dichiarato il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu.

È in corso il Tavolo del latte, l’incontro di tutte le parti della filiera convocate dalla Regione per trovare un punto d’incontro nella vertenza sul prezzo della materia prima. Mentre nelle campagne la tensione è alta, a quasi tre ore dall’inizio del vertice ancora non è stata trovata una mediazione. I produttori e le organizzazioni agricole chiedono che il prezzo del latte, oggi 60 centesimi a litro, venga portato almeno a 70. Gli industriali restano invece sulla propria posizione di chiusura totale.

L'incontro, all'assessorato regionale all’Agricoltura, riunisce tutti gli attori della filiera: i vertici dell’Oilos (l’organismo interprofessionale), i rappresentanti degli allevatori, delle cooperative e dell’industria nonché le associazioni agricole e i Consorzi di tutela dei tre pecorini Dop (il Romano, il pecorino sardo e il fiore sardo).

Un ultimo tentativo per trovare un accordo sul prezzo del latte, precipitato da 0,85 centesimi al litro della scorsa stagione ai 60 centesimi attuali. Una miseria per gli allevatori ora allo stremo. Un malessere di cui è una spia da non sottovalutare l'episodio di ieri a Villacidro dove due uomini mascherati hanno bloccato un'autocisterna del latte costringendo il conducente a sversare in strada tutto il contenuto della botte, 10mila litri. Il latte a terra piuttosto che agli industriali: oggi sui social i video dimostrativi postati da due pastori.

LA POSIZIONE DI COLDIRETTI - Coldiretti lancia un appello agli industriali, ovvero i trasformatori. "È fondamentale dare un segnale positivo al mercato e ai pastori - dice il direttore Luca Saba -. Se oggi non si arriva un accordo, aumentando il prezzo di acconto del latte, l’unica strada che rimane è quella della mobilitazione".

La crisi, aggiunge il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu, "è di tutti, non solo dei pastori: invece viene scaricata sull’anello debole. Purtroppo, quando si tira troppo la corda, si rischia di assistere a reazioni scomposte come quelle a cui stiamo assumono questi giorni”. I pastori che buttano via il latte piuttosto che darlo agli industriali".

Piera Serusi

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