Sciopero di due ore allo stabilimento Tecnocasic di Macchiareddu e presidio davanti alla sede con le bandiere dei sindacati.

È la reazione - spiegano Cgil e Cisl - alla decisione dell'azienda di avviare la cassa integrazione Covid per una parte dei lavoratori, "senza rispettare i requisiti e le causali previste per legge e senza dar corso alle deliberazioni della Giunta regionale che aveva previsto l'impiego temporaneo in enti locali dei lavoratori dell'impianto interessato da una fase di revamping".

Fiom Cgil e Fsm Cisl, insieme alle rappresentanze aziendali dei lavoratori, ribadiscono inoltre "la necessità di conoscere a fondo i termini dell'intesa sul nuovo assetto societario, e in particolare idettagli del piano industriale e occupazionale, alla luce di quanto è stato prospettato da Regione e Cacip nel corso delle diverse interlocuzioni avute da giugno scorso e poi improvvisamente e incomprensibilmente interrotte con la decisione di procedere alla cassa integrazione".

Una scelta che i sindacati - si legge in una nota - considerano non percorribile per una società a totale capitale pubblico, "oltre a non avere alcuna attinenza con le reali esigenze aziendali, determinate dalla fermata programmata degli impianti per revamping dei forni".

In ogni caso, per quanto riguarda il nuovo assetto societario, Fiom e Fsm avvertono che "non potrà prevedere diminuzione o riduzioni dell'organico e sarà quindi necessario discutere di adeguate soluzioni alternative che possano garantire un salario dignitoso anche per quei lavoratori che nella realizzazione del piano dovranno attraversare loro malgrado ulteriori periodi di cassa integrazione".

Nel frattempo - concludono le sigle - "l'auspicio è che si torni a più corrette relazioni industriali e si possa riprendere il dialogo anche ripartendo dalle proposte già avanzate dal sindacato, come quella di ricorrere alle ferie solidali da parte dei colleghi non coinvolti da periodi di cassa integrazione".

(Unioneonline/F)
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