«Perché Sogaer non ha adeguatamente richiesto di avere i denari che Ryanair le deve?». È quanto chiedono in una nota Alberto Bertolotti, presidente di ConfCommercio Sud Sardegna e Fausto Mura, presidente di Federalberghi Sud Sardegna.

Il riferimento è alla notizia, riportata da L’Unione Sarda, circa la relazione redatta dagli ispettori del ministero dell’Economia e dell’Enac su bilanci, gare d’appalto, accordi con le compagnie aeree dello scalo di Cagliari e in cui si accendono i fari su una serie di irregolarità emerse fra cui i crediti milionari che la Sogaer, società di gestione dello scalo, vanta nei confronti di diverse compagnie. E proprio la compagnia irlandese sarebbe quella più indietro nei versamenti, con un debito di 12,8 milioni di euro.

«Se le notizie riportate dalla stampa sono esatte - e non abbiamo letto alcuna smentita - è grave rilevare che chi gestisce lo scalo cagliaritano ha inteso non intraprendere le dovute azioni legali che consentano di incassare le quote dovute dalle grandi compagnie a Sogaer», proseguono Bertolotti e Mura.


«Sebbene i ciclopici sforzi di qualcuno, l’aeroporto di Cagliari è ancora saldamente pubblico. È della Camera di Commercio, cioè di tutti gli imprenditori e dei commercianti di Cagliari e Oristano, e non è ancora al servizio delle multinazionali. Per cui non è ancora giunto il momento di fare favori ai potenti, sperando di non incorrere nelle loro ire o di poter avere la loro riconoscenza. Per questo motivo, i denari dovuti alla Sogaer devono stare nelle casse della Sogaer e gli amministratori hanno il preciso dovere di fare tutto quello che la legge consente per entrarne in possesso», proseguono ancora. «Chiediamo agli amministratori di Sogaer – precisano poi – di smentire o di spiegare la notizia: perché, se fosse vera sic et sempliciter, sarebbe l’evidenza di un grave danno patrimoniale causato a una società a capitale integralmente pubblico».

«Giova ricordare che la Corte dei Conti arriva implacabile – concludono Bertolotti e Mura – anche nei confronti di chi è solito equiparare le indicazioni della magistratura contabile ai consigli di una qualche zia troppo prudente».

(Unioneonline/v.l.)

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