La Sardegna è l'unica Regione italiana che supererà gli obiettivi previsti dall'Europa per le emissioni di CO2. Lo riporta il terzo rapporto di monitoraggio del Piano energetico e ambientale della Regione, illustrato a Cagliari, e lo ha confermato il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, in videoconferenza: «La Sardegna potrà essere il modello di riferimento nazionale perché è in linea con le direttive europee al 2030».

Secondo il rapporto rispetto all'obiettivo strategico di sintesi per l'anno 2030 (riduzione delle emissioni di CO2 associate ai consumi della Sardegna del 50% rispetto ai valori del 1990), si è registrata nel 2018 una riduzione delle emissioni pari al 22% circa rispetto al 1990, nel 2013 tale riduzione era pari al 16% mentre al 2017 risulta essere pari al 18%. «Pertanto si ritiene che, mantenendo tale ritmo di riduzione, l'obiettivo sia raggiungibile entro il 2030», si legge nel documento. In generale sui temi energetici e in particolare sull'opposizione della Sardegna al Decreto Energia del governo, l'esponente del governo Meloni ha sottolineato che «sono in corso una serie di ragionamenti con il presidente della Regione Solinas per quanto riguarda la posizione del rigassificatore, nel giro di un tempo ragionevole sono certo si possa arrivare a trovare delle soluzioni e delle aree idonee su dove realizzarlo». Confermata anche la grande attenzione per il progetto dell'Einstein Telescope di Lula, «una grande opportunità a livello mondiale», ha ribadito il ministro. Tra le grandi opere, il ministro ha citato il Tyrrhenian Link, il corridoio energetico che sarà realizzato da Terna: «Il doppio cavo sottomarino che collegherà la Sicilia e la Sardegna con la penisola di circa mille megawatt è di straordinaria importanza per l'approvvigionamento sardo», ha chiarito.  

L’ISOLA PUNTA SUL METANO – Secondo il report, la produzione lorda di energia elettrica nell’Isola si attesta sui 1.130 kilotep, dei quali il 61% viene consumato in Sardegna, il 24% circa viene esportato verso estero e altre regioni e il 6,6% viene disperso dalle perdite di rete. Di tutta l'energia elettrica consumata all'interno del territorio regionale, il 40% è attribuibile al settore industriale, seguito dal terziario con il 29% (includendo in tale quota anche i consumi per trasporti), segue il settore domestico, che consuma il 28% del totale.

Dal punto di vista del mix energetico, la Sardegna punta sulla metanizzazione attraverso il Gnl e lavora per gestire la transizione dalle fonti fossili, la cui incidenza resta ancora alta, ma la completa transizione energetica verso le rinnovabili appare ancora decisamente lontana.

Lo ha sottolineato anche l'assessora dell'Industria Anita Pili: «Credo che la Sardegna, come le altre Regioni, debba puntare sulle energie alternative - ha spiegato a margine del convegno -, ma prima di sostituire completamente il vecchio sistema è necessario trovare una condizione che consenta quella stabilità e robustezza che oggi possono consentire solo le fonti fossili e non ancora le rinnovabili quando ci sarà la stessa stabilità per le energie rinnovabili, potremmo utilizzare solo queste». Sui contenuti del Piano, l’esponente della giunta Solinas chiarisce che «per arrivare alla transizione energetica, si deve puntare ancora di più sul gas, cosa che evidentemente a livello nazionale ancora non è ben chiaro», puntualizza.

(Unioneonline/F)

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