Premio Vermentino a Diano Castello, vince il Maìa di Siddùra
Un nuovo successo per la produzione dell’azienda di LuogosantoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il miglior Vermentino d’Italia arriva dalla Sardegna ed è il Maìa di Siddùra, vermentino di Gallura DOCG Superiore, che ha vinto la 30esima edizione del premio che si è svolta a Diano Castello (Imperia), superando 125 etichette presenti al concorso. Erano più di 80 le cantine provenienti da 7 regioni italiane.
Maìa raggiunge così un altro risultato ed è in assoluto il vino sardo con più riconoscimenti ottenuti negli ultimi 10 anni.
L’azienda di Luogosanto lavora costantemente alla ricerca di soluzioni adatte per raggiungere gli obiettivi. I vini Siddùra hanno ricevuto oltre 600 premi nazionali e internazionali nei concorsi più prestigiosi e autorevoli del mondo. E Maìa è sempre stato il prodotto più iconico.
Il Premio Vermentino è stato istituito a metà anni Novanta in Liguria ed è la manifestazione più longeva dedicata a questo pregiato vitigno. Dal 2020 la manifestazione ha iniziato un nuovo percorso e allargato i propri confini, con la partecipazione di “etichette” da tutte le zone in cui si coltiva questo vitigno in Italia.
Presidente era Paolo Massobrio, giornalista e autore della guida Il Golosario.
A caratterizzare Maìa è l’introduzione di un nuovo elemento – scelto dall’enologo Dino Dini -: i tini troncoconici. «Seppur sia sempre il territorio a garantire la qualità del Vermentino prodotto a Siddùra – spiega - l’utilizzo di tini troncoconici a partire dalla fermentazione è risultata una scelta vincente nell’esaltare le caratteristiche aromatiche delle nostre uve. Il vino resta poi in affinamento negli stessi, sino a primavera inoltrata, al fine di maturare il suo caratteristico bouquet».
Soltanto il Maìa viene lavorato in tini troncoconici, in quanto le uve Vermentino selezionate e raccolte a mano risultano idonee, dopo una breve macerazione pre-fermentativa a freddo, a completare il ciclo fermentativo e il successivo affinamento a contatto con il rovere in recipienti grandi da 40 e 30 ettolitri. «Il vino così lavorato – conclude l’enologo di Siddùra - acquisisce struttura e carattere, che lo rendono idoneo anche a lunghi affinamenti in bottiglia. Il Vermentino, con il Maìa, dimostra ancora una volta, essere un’uva adatta a dare prodotti longevi che migliorano con la permanenza sui lieviti nel lungo periodo».
(Unioneonline/s.s.)