A Portovesme sale la preoccupazione per la fermata della linea zinco, programmata dalla Portovesme srl per la fine del mese a causa dei prezzi insostenibili dell'energia elettrica quotata stabilmente sui 300 euro. Una decisione che interesserà 400 dipendenti diretti a cui si aggiungeranno gli addetti degli appalti. Oggi la Rsu di fabbrica e le segreterie dei Chimici hanno incontrato i sindaci del Sulcis, spiegando il futuro scenario che sta per realizzarsi con la fermata degli impianti a maggior consumo di energia. 

“Sappiamo che il caro-energia è una questione che sta interessando le attività produttive di tutta Italia e tutta Europa - ha detto il sindaco di Portoscuso Giorgio Alimonda - ma al problema di politica economica non si può aggiungere anche la questione sociale. Se proprio si deve arrivare alla cassa integrazione, si garantisca a tutti i lavoratori, inclusi appalti e interinali, un ammortizzatore in attesa che si risolva il problema. Altrimenti in questo territorio dovremmo fare i conti con un nuovo dramma sociale”.

Si attende un intervento dal Governo per calmierare i prezzi dell'energia che stanno mettendo in ginocchio le produzioni industriali e si ripercuoteranno sulle bollette delle famiglie. "Sappiamo che il Governo metterà in campo delle soluzioni, è un problema nazionale da affrontare al più presto - dice Mauro Usai, sindaco di Iglesias - ma non può essere che siano i lavoratori a pagare. La Portovesme srl risparmierà dei soldi fermando gli impianti: un milione sia destinato ad attutire l'impatto della fermata sui redditi di tutti i lavoratori, che poi sono gli stessi che spendono nelle nostre attività commerciali”.

La preoccupazione riguarda in particolare i lavoratori degli appalti perché c'è il timore che non tutte le aziende siano in grado di anticipare la cassa integrazione.

Una questione sociale, ma anche politica. “La Regione deve fare la sua parte - dice Pietro Cocco, sindaco di Gonnesa - così come stanno facendo altre Regioni per chiedere soluzioni al caro - energia. Sul caso Portovesme srl è inaccettabile che a pagare il momento di difficoltà sia l'anello più debole della catena, cioè i lavoratori”. 

Per domani le organizzazioni sindacali hanno invitato a Portovesme i parlamentari sardi. 

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