L’Ocse promuove le politiche di bilancio e alza le stime di crescita del nostro Paese, ma sottolinea il continuo calo della produttività e il grande "tallone d'Achille" rappresentato dall'evasione fiscale.

Nel suo Rapporto 2017 sull'Italia, presentato oggi, l'Organizzazione parigina spiega che l'economia è in (debole) ripresa "dopo una lunga e profonda recessione". Resta però "essenziale risanare il sistema bancario per ristabilire la crescita e dare slancio agli investimenti privati", oltre che puntare su trasporti e infrastrutture.

Negli ultimi anni – è il giudizio - "l'Italia ha varato numerose riforme strutturali, ma per aumentare in maniera stabile la produttività servono una Pubblica amministrazione più efficiente, un ambiente migliore per il business, più innovazione e maggiore concorrenza, oltre a una migliore corrispondenza tra domanda e offerta di competenze".

Dopo il +0,9% registrato lo scorso anno (e confermato ieri anche dall'Istat), la crescita del Pil italiano dovrebbe quindi attestarsi secondo l'Ocse al +1% sia nel 2017 che nel 2018. Quanto al deficit, le proiezioni (aggiornate al 20 gennaio, dunque prima dell'annuncio della manovra correttiva del governo) stimano invece un leggero calo al 2,3% nel 2017 e al 2,2% nel 2018.

Nello stesso periodo dovrebbe anche scendere il debito, che – dal 132,8% previsto nel 2016 – passerà al 132,7% quest'anno e al 132,1% nel prossimo.

La politica di bilancio del Paese è definita "appropriata", a condizione che il margine di manovra disponibile (dovuto alla minor spesa per interessi) sia utilizzato per supportare una crescita più rapida e sostenibile.

Con un ritorno dei tassi di interesse reali ai livelli pre-crisi (cioè intorno al 4,4%) – osserva poi l'Ocse - l'Italia rischia di vedere il debito pubblico salire fino al 140% del Pil. In questo caso, per stabilizzarlo al livello attuale, l'avanzo primario dovrebbe aumentare al 2% del Pil, mentre la crescita del prodotto interno lordo reale dovrebbe arrivare a quasi l'1,4%.
© Riproduzione riservata