Prosegue la polemica dopo l'esclusione delle infrastrutture portuale e aeroportuale di Porto Torres e Alghero dal Piano di mobilità turistica.

Dopo che il ministro Graziano Delrio ha detto essersi trattato di "un refuso", il consigliere regionale di Forza Italia Marco Tedde spiega che ora è necessario "correggere il Piano".

"Ma fra i siti turistici riconosciuti a livello internazionale - aggiunge l'ex primo cittadino di Alghero - occorre anche inserire nel Piano il Parco dell'Asinara, quello di Capo Caccia Isola Piana e le Grotte di Nettuno. Non si può pensare di ricomprendere nel Piano solo il villaggio nuragico di Barumini, la penisola del Sinis e le miniere di Porto Flavia, Serbariu e Montevecchio".

L'errore principale, prosegue Tedde, "sta nell'impostazione del Piano, che prende in considerazione solo i siti Unesco, le capitali della Cultura e i siti Eden e individua i porti e gli aeroporti di Olbia e Cagliari come porte d'accesso turistico in funzione delle loro ridotte distanze da questi siti. Ma questi siti, peraltro, sono più vicini ad Alghero e Porto Torres rispetto ad Olbia. E non sono solo questi i siti riconosciuti a livello internazionale in Sardegna".

Alla sua voce si aggiunge quella del parlamentare europeo, di origine sarda, Stefano Maullu: "Che la Sardegna sia l'ultimo pensiero del governo Gentiloni oramai non fa più notizia. Una regione dimenticata da un governo troppo concentrato a salvaguardare la sua effimera esistenza, piuttosto che impegnarsi nella risoluzione degli atavici problemi dei trasporti marittimi e aerei della nostra Isola. Quando Delrio si occupa della Sardegna c'è molto da preoccuparsi, e l'ultimo strafalcione in ordine alla mobilità turistica della Sardegna è arrivato puntuale con l'elaborazione del Piano straordinario della mobilità turistica nazionale".

E sull'esclusione di Porto Torres e Alghero, in particolare, attacca: "Siamo alle comiche finali, due porte d'accesso di valore storico, strategico e culturale dell'Isola vengono cancellate con un colpo di cimosa e rischiano di non vedere realizzati i progetti di sviluppo che il Piano stesso dovrebbe portare. Sbagliare è umano ma perseverare è diabolico, il popolo sardo non può più tollerare questo modo di fare".

(Redazione Online/s.s.)

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