Vertice serale, a Palazzo Chigi, tra il premier Giuseppe Conte, i vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il ministro dell'Economia Giovanni Tria e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti.

Al centro dell'incontro la manovra di bilancio.

Il momento è delicato: da un lato ci sono da valutare le audizioni nelle commissioni bilancio di Camera e Senato, dall'altro le critiche di Bankitalia, della Corte dei Conti e dell'Istat.

Alla vigilia del vertice è infatti arrivata la bocciatura della nota di aggiornamento del Def da parte dell'Upb, l'Ufficio parlamentare di bilancio, che non ha validato le previsioni macroeconomiche contenute nel documento. È stato ritenuto che le stime della crescita, ossia del Pil, siano "troppo ottimistiche".

Il documento stesso, si ricorda, è preliminare alla manovra da presentare entro il 15 ottobre dal governo all'Europa e quindi all'esame del Parlamento.

Rispetto alla bocciatura sono subito arrivate le reazioni di Di Maio e Salvini.

Il primo ha commentato con un "si va avanti, è una manovra che abbiamo deciso di portare avanti e tornare indietro significa tradire italiani"; il secondo ha invece dichiarato: "Non contesto quelli che sono stati in silenzio per anni ma è curioso che Bankitalia, Commissione, Fmi, Corte dei Conti indichino la strada del ritorno al passato. Le ricette dei governi del passato hanno portato al disastro. Quindi mi domando dove tutti questi economisti erano quando l'Italia si impoveriva e si precarizzava".

(Unioneonline/s.s.)

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