Un nuovo modo di pensare e vivere il lavoro, con più flessibilità e libertà, e che da quando è stato regolamentato per legge, il 13 giugno 2017, sta riscuotendo un successo travolgente.

Lo smart working o "lavoro agile", secondo una ricerca pubblicata da Top Employers Institute (ente certificatore globale delle eccellenze in ambito Hr, che nel 2019 ha analizzato e valutato oltre 1.500 aziende in 118 Paesi di tutto il mondo), conferma la galoppata trionfale di questa nuova modalità di approccio al mondo del business e che ben l'81% delle aziende esaminate considera una nuova forma di cultura aziendale, che favorisce la collaborazione tra dipendenti e una loro valutazione efficace e continua.

Un nuovo modo di vivere e considerare il lavoro che si riflette anche nella progettazione e sistemazione degli uffici: l'81% delle aziende, infatti, provvede a un restyling degli ambienti, sia fisici sia virtuali, per adattarli alle nuove esigenze dei lavoratori "agili". E anche la comunicazione tra manager e collaboratori si adegua: il 70% delle aziende utilizza i social media e li considera strumenti-chiave per una comunicazione efficace e diretta.

Una realtà che trova uno dei suoi maggiori punti di forza nell'ambito formazione e sviluppo, dove le soluzioni smart, con l'utilizzo del mobile learning e tecnologie collaborative, sono adottate dal 70% delle aziende: una cifra inimmaginabile sino a pochi anni fa, se si considera che nel 2015 la percentuale era meno della metà e si fermava al 32%. Ancora più significativi sono i dati nel campo della retribuzione e benefit, dove le modalità smart si sono quasi quintuplicate in soli 4 anni: oggi nel 57% delle aziende i dipendenti possono scegliere elementi specifici all'interno del loro piano di retribuzione e benefit, mentre nel 2015 la percentuale era ferma al 12%. Il dato più eclatante è quello della produttività: secondo una ricerca presentata dalla School of Management del Politecnico di Milano, i 305mila lavoratori "agili" in Italia del 2019 (il 60% in più rispetto al 2013) garantiscono un aumento della produttività del +15%.

Dipendenti più liberi, dunque, ma sempre più coinvolti e più produttivi.

(Unioneonline/v.l.)
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