L'incubo Lingua blu torna in Sardegna. A far paura, questa volta, è il sierotipo 3, rilevato dal centro di riferimento di Teramo e che riguarda il primo caso nell'Isola.

In precedenza, il sierotipo 3 era stato accertato - prima volta in Italia - nella provincia di Trapani. Era il novembre 2017.

Il nuovo sierotipo arriva probabilmente dal Nord Africa, come già accaduto in passato per altri sierotipi, tramite insetti (Culicoides) trasportati dal vento. Al momento non ci sono vaccini in commercio per questo sierotipo, come dichiarato dal direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico della Sardegna Alberto Laddomada.

Coldiretti Sardegna questa mattina ha scritto all'assessore regionale alla Sanità "per manifestare tutta la propria preoccupazione per questo nuovo rinfocolamento che rischia di danneggiare soprattutto il settore bovino con il blocco delle esportazioni".

La maggior dei vitelli provenienti dagli allevamenti sardi viene esportata, ricorda Coldiretti Sardegna, "vista la mancanza di centri di ingrasso. Il blocco delle movimentazioni oltre al non rispetto dei contratti in essere crea non pochi problemi agli allevatori che si ritroverebbero ad avere ulteriori spese per il mantenimento degli animali che nel frattempo crescono e non rispettano più gli standard contrattuali".

La Blue tongue interessa la Sardegna da ormai 15 anni "nel corso dei quali ci sono state diverse ondate virulente che hanno da una parte decimato le greggi e dall'altra bloccato l'esportazione dei bovini oltre Tirreno".

"Siamo molto preoccupati per questo nuova epidemia - dice il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu -, anche perché purtroppo conosciamo bene le conseguenze. Per questo abbiamo scritto all'assessore alla Sanità manifestando la nostra preoccupazione e chiedendo la massima attenzione e monitoraggio perché con il blocco delle esportazioni sono a rischio milioni di euro in un periodo positivo per il settore dopo la firma di contratti di filiera vantaggiosi".

(Unioneonline/s.s.)
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