In Italia mancano all’appello un milione di lavoratori specializzati. Sono quelli che le imprese non riescono a reperire, nemmeno tra i due milioni di disoccupati, di cui 800mila circa hanno un’età compresa tra i 15 e i 34 anni.

È quanto emerge da uno studio della Cgia di Mestre, che evidenzia anche come dal 2017 a settembre 2023 l'incidenza percentuale di difficoltà di reperimento è più che raddoppiata. E, se si guarda al zona geografica Sud-Isole, in Sardegna si registrano le punte più alte, in particolare a Cagliari e Sassari, dove l’incidenza di difficoltà di reperimento sfiora in certi casi il 40%, con il risultato che molte aziende devono rinunciare a una quota importante degli ordinativi perché non hanno personale a sufficienza per evadere le commesse.

I DATI – Se sei anni fa solo il 21,5% degli imprenditori faticava a trovare nuovo personale, nella rilevazione del mese scorso la percentuale è salita al 47,6%.

Al Nord, si legge nel report della Cgia, si cercano soprattutto addetti alla pulizia, camerieri e commessi. Al Sud muratori e, anche qui, camerieri e commessi. Tra le quattro ripartizioni geografiche del Paese, invece, le maggiori difficoltà sono nel Nordest. A Bolzano nel 2022 l'incidenza percentuale più alta, il 52,5%. Seguono Pordenone (52%) e Gorizia (48,8%), e poi Pavia (48,3%), Trento (47,9%), Udine (47,8%), Bologna e Vicenza (47,7%), Lecco (46,9%) e Padova (46,8%).

Sebbene il livello di disoccupazione nel Sud si aggiri mediamente sul 15%, anche in questa ripartizione un nuovo posto di lavoro su tre ha rischiato di non essere coperto.

Le punte più alte, come detto sono a Cagliari (39,2%) e Sassari (39%), precedute tra le città del Mezzogiorno e delle Isole solo da Chieti e L'Aquila con il 43,6% e da Caltanissetta (40,5%).

I LAVORATORI “INTROVABILI” – Ma quali sono i lavoratori specializzati più “introvabili”? Secondo il report Cgia in cima alla classifica ci sono i saldatori ad arco elettrico, i medici di medicina generale, gli elettronici, addetti alle telecomunicazioni, gli intonacatori (compresi stuccatori, decoratori e cartongessisti), i dirigenti d'azienda (di istituti scolastici privati e di strutture sanitarie private), gli ingegneri. Di questo blocco, in 8 casi su 10 la ricerca è vana.

Altrettanto difficili da trovare sono meccanici collaudatori, infermieri e ostetriche, tecnici elettronici, tappezzieri e materassai, operai addetti a macchinari per la filatura e bobinatura, saldatori e tagliatori a fiamma, ingegneri elettronici, elettrotecnici e operai addetti ai telai meccanici per la tessitura e maglieria: in 7 casi su 10 le ricerche rimangono scoperte.

«Ed è evidente – chiosa la Cgia – che nei prossimi anni la tendenza della difficoltà di reperimento di manodopera specializzata è destinata a salire ulteriormente». 

(Unioneonline/l.f.)

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