Ospite della trasmissione tv “Mezz’ora in più”, il segretario della Cgil Maurizio Landini ha difeso le ragioni che hanno portato il suo sindacato e la Uil a proclamare lo sciopero generale per l’intera giornata di giovedì 16 dicembre.

Secondo il sindacalista, la manovra attualmente in discussione dalle forze della maggioranza – attraverso la riforma fiscale degli scaglioni dell’Irpef – porterà ad avvantaggiarsi "quelli che hanno di più".

Landini ha poi attaccato i partiti – Lega, Forza Italia e Italia Viva – che hanno respinto la proposta del premier Mario Draghi di un contributo di solidarietà contro il caro bollette a carico dei contribuenti con i redditi più alti, che sarebbe stato pari complessivamente a 300 milioni di euro.

"Non dico che Draghi è bravo e gli altri no, ma lui ha avuto almeno l'umiltà di ascoltarci" se non sulla riforma del fisco almeno sul contributo "sopra i 75mila euro", ha dichiarato. "Nella seconda telefonata dopo il Cdm", ha continuato il segretario generale della Cgil "ci ha spiegato che la maggioranza non ha fatto passare" quella misura. 

"Se questa è la maggioranza" che lo sostiene "questo è un governo che non ci meritiamo. Prendiamo atto che Draghi ha ascoltato almeno in parte il malessere" espresso dai rappresentanti dei lavoratori, ha aggiunto.

Per questo Landini ha criticato duramente le forze politiche, che "non devono fare finta di non vedere i problemi del Paese. Devono interrogarsi che se il 50 o il 7% di quelli che stanno male non vanno a votare, forse non si sentono rappresentati".

Infine, il sindacalista ha parlato del problema delle delocalizzazioni, dopo il caso della Yazaki Italia, che ha licenziato in tronco tre dipendenti con una telefonata su Teams: "Non è che ci sia il bon ton secondo cui se mi licenzi via mail non va più bene ma se lo dici venti giorni prima con gentilezza allora vale il licenziamento. Serve cambiare davvero. Sul tema il governo non ha chiamato ancora i sindacati".

A ribadire invece la sua contrarietà allo sciopero è stato il segretario della Cisl Luigi Sbarra, ospite della stessa trasmissione: "Trasformare i luoghi di lavoro in campi di battaglia, distruggere il dialogo sociale con il governo lo consideriamo assolutamente sbagliato", ha spiegato.

La Cisl ha deciso di protestare con la legge di bilancio con una manifestazione nazionale a Roma indetta per il 18 dicembre, dal titolo "Per lo sviluppo, il lavoro, la coesione: la responsabilità scende in piazza".

(Unioneonline/F)

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