Le locuste contro il pecorino sardo; la carne sintetica contro il prosciutto nostrano; le locuste contro la salsiccia di maiale brado isolano; il vino con il “semaforo” contro il Cannonau.

Sono questi – secondo Confartigianato Imprese Sardegna - alcuni degli “scontri alimentari” che potrebbero svilupparsi a breve a causa delle controverse indicazioni dell’Unione Europea sui prodotti alimentari.

Minacce che potrebbero colpire al cuore anche il comparto agroalimentare sardo, rappresentato da 2.909 imprese artigiane (1.244 dell’alimentare, 28 delle bevande, 1.637 della ristorazione) che danno lavoro a ben 9.871 addetti e che vanta 41 prodotti certificati, con un impatto economico di 482 milioni di euro che posiziona l’Isola al settimo posto in Italia.

«Sono infatti ben quattro i fronti aperti dall’Unione Europea – spiega Marco Rau, delegato regionale per l’Alimentazione di Confartigianato Imprese Sardegna – ovvero l’introduzione di insetti nei nostri piatti, l’apertura agli alimenti sintetici, l'utilizzo del semaforo alimentare (nutriscore) e infine l’adozione per gli alcolici, compreso il vino, dell’etichetta con scritto “Nuoce gravemente alla salute”».

Per questo, sottolinea Rau, «c’è molta preoccupazione nel settore alimentare artigiano sardo perché la Commissione Europea, anche in questo caso, vede il tutto con le lenti delle multinazionali a discapito delle produzioni artigianali in quanto queste proposte rappresentano nuove e sconcertanti trovate per ammazzare, o quanto meno limitare, le eccellenze del Made in Italy e dare il colpo di grazia ai nostri agricoltori ed artigiani del cibo, il tutto in nome di fasulle ideologie “salutiste” e “green” che si vogliono imporre ai nostri consumi alimentari, non solo a discapito delle tradizioni, ma senza avere alcuna consapevolezza delle gravi conseguenze economiche oltre che culturali di tali decisioni».
«Di fronte a questi numeri - prosegue il delegato di Confartigianato - è fondata la nostra preoccupazione che queste proposte finiscano per penalizzare una delle nostre principali ricchezze, ovvero i prodotti tradizionali (DOP, IGP e STG) e la sapienza delle comunità alimentari italiane di artigiani e contadini. Per questo ci opporremo con tutti i mezzi all'idea di “novelfood”  (in quest’ambito già ammessi dall’Ue le larve del verme della farina, le locuste, i grilli e le larve del verme della farina minore, ndr) fatto di insetti e cibi sintetici che, da professionista del settore, ritengo in contrasto con gli standard igienici e i controlli voluti dall'Unione Europea».
«Inoltre - conclude Rau - temiamo che queste proposte rappresentino una vera e propria offensiva contro la biodiversità del cibo e delle tradizioni alimentari in particolare del nostro Paese. Dunque chiediamo che anche la Regione Sardegna e il Governo Nazionale si uniscano a noi per difendere il Made in Italy».

(Unioneonline/l.f.)

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