Il turismo traina l'economia della Sardegna, e non è certo una novità. Le strutture ricettive dell’Isola nel 2023 sono tornate a registrare numeri superiori a quelli del pre Covid: 15,7 milioni di presenze, mezzo milione in più del 2019, il 6,7% in più rispetto al periodo pre pandemico e il 7,7% in più rispetto al 2022. E le cifre del primo trimestre 2024 fanno rilevare un miglioramento ulteriore rispetto a quelle del 2023.

Questi i dati forniti da un dossier del Centro Studi della Cna Sardegna. E ai numeri ufficiali va aggiunto il turismo residenziale di seconde case, case vacanze e b&b gestiti in maniera non imprenditoriale. Enorme la crescita di turisti stranieri: +13% sia in termini di arrivi che in termini di presenze, circa 14,1 milioni di presenze straniere sono state registrate secondo le stime della Banca d’Italia.

Se si prende in esame il quadro generale e i numeri delle "rivali" dell'area Mediterranea (Creta, Algarve, Puglia, Corsica, Croazia, Malta, Sicilia, Baleari, Calabria e Cipro), la Sardegna nel 2022 ha registrato il 5,6% degli arrivi e il 5,1% delle presenze totali in queste regioni.

C’è l’altro lato della medaglia, il resto d’Italia è cresciuto di più. Tanto che l’Isola ha perso due posizioni nella classifica nazionale in termini di presenze annue rispetto al 2019, superata da Liguria a Sicilia. Inoltre, nell’ultimo biennio, la crescita del turismo è stata inferiore a quella di altre regioni simili come Puglia e Sicilia ma anche rispetto all’Abruzzo.

Si può fare di più: «Il turismo in Sardegna ha grandi potenzialità inespresse ed esiste uno spazio di lavoro enorme ancora da colmare, commentano Luigi Tomasi e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna - si tratta di superare l'immagine internazionale fortemente caratterizzata e incentrata sullo stereotipo della vacanza balneare che rappresenta probabilmente uno dei limiti del modello di offerta della Sardegna che, non a caso, concentra i flussi di viaggiatori nei pochi mesi estivi».

Sulla base di uno studio effettuato nel 2017 dalla Cna, l’Isola può diventare più competitiva negli ambiti salute e benessere, ma anche nel turismo storico-archeologico e sportivo.

(Unioneonline/L)

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