La Regione Sardegna è pronta a varare misure di sostegno a favore dei pescatori danneggiati dalla proliferazione del granchio blu nelle lagune dell’Isola.

Lo ha detto l’assessora all’Agricoltura Valeria Satta intervenuta ieri, con il collega all’Ambiente Marco Porcu, alla seduta congiunta delle commissioni “Attività Produttive” e “Governo del territorio” del Consiglio Regionale.

«La Regione si muoverà di concerto con il Governo che ha appena messo a punto la bozza del decreto legge che destinerà al settore della pesca circa 13 milioni di euro. Ai 2,9 milioni già stanziati per la cattura massiva e lo smaltimento dei granchi, si aggiungono altri 10 milioni per l’acquisto di attrezzature di protezione degli impianti di molluschicoltura dai granchi e strumenti di contenimento della specie invasiva. Previsti anche dei fondi per la ricostituzione delle imprese danneggiate». Risorse che però non prevedono il ristoro dei danni subiti in questi mesi dai pescatori.

«Il granchio blu è diventata una vera piaga – hanno detto Giacomo Contu e Francesco Picchereddu della cooperativa “Il Risveglio” di Orosei – nelle nostre lagune non è rimasto più niente. I granchi si sono mangiati tutto: orate, spigole, cozze, vongole, ostriche. Anche le nostre attrezzature sono ormai inservibili». Danni che vanno immediatamente indennizzati, secondo le associazioni di categoria, per permettere alle cooperative di pescatori di andare avanti.

I fondi per lo smaltimento e per il contenimento dell’emergenza non bastano per aiutare i lavoratori, occorre prevedere un ristoro dei danni. Lo hanno chiesto tutti i rappresentanti dei pescatori: Paolo Ninniri (Copagri), Mauro Steri (Lega Coop) e Luigi Carmelo Pisu (Agci).

«Le misure del Governo vanno bene ma sono fatte per il Veneto e la Lombardia dove le cooperative hanno già smaltito quantità industriali di granchi e possono emettere le fatture per essere rimborsati. In Sardegna la situazione è diversa – ha detto Mauro Steri – non c’è attività di smaltimento. Chi ha subito danni deve essere risarcito». Ipotesi su cui hanno concordato i presidenti delle Commissioni Piero Maieli e Giuseppe Talanas.

Nei prossimi giorni, con i tecnici dell’assessorato si metterà a punto un emendamento da inserire in uno dei prossimi provvedimenti finanziari. 
Sul fronte della ricerca, il professor Marco Casu della Facoltà di Veterinaria di Sassari ha suggerito uno studio sulle modalità di insediamento e di riproduzione del granchio che permetta di mettere a punto valide azioni di contenimento: «Eradicare la specie è impossibile – ha sottolineato Casu – i granchi blu mangiano tutto ciò che trovano e quando si crea il vuoto biologico si mangiano tra di loro. Una femmina adulta depone fino a due milioni di uova, basta questo dato per capire quale sia il problema che abbiamo di fronte». 

(Unioneonline/v.l.)

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