Dazi, embarghi e Brexit non sono riusciti, per ora, a fermare la crescita all'estero delle piccole e medie imprese sarde. Lo conferma il fatturato dell'export regionale registrato dalle Pmi locali nei primi nove mesi del 2019 dalle rilevazioni di Confartigianato, capace di segnare un balzo in avanti di quasi il 12% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente oltrepassando la quota dei 283 milioni di euro. Una crescita importante, addirittura la seconda più cospicua (in percentuale) a livello nazionale dopo solo quelle ottenute da Lombardia (+25%) e Veneto (+20,4%).

Cambio di mentalità

«I dati della crescita dell'export delle micro, piccole e medie imprese della Sardegna dice tanto del lavoro fatto dalla Sardegna, soprattutto dalle Associazioni di Categoria, per portare avanti un cambio di mentalità e di prospettiva delle aziende sarde - ha commentato Antonio Matzutzi, presidente regionale di Confartigianato Imprese - l'impegno dei nostri imprenditori e il costante supporto della Regione sull'internazionalizzazione per il miglioramento della qualità dei prodotti, e per l'apprendimento di nuove tecniche di vendita e di conoscenza dei mercati esteri, quindi, sta dando i suoi frutti».

Alti e bassi

A livello provinciale l'unico dato negativo arriva dal Nuorese dove le esportazioni hanno accusato un tracollo del 27,4%. Il resto dell'Isola al contrario ha chiuso i primi tre trimestri del 2019 con numeri più che confortanti. A Cagliari i fatturati del commercio con l'estero sono cresciuti del 17%, mentre a Oristano del 25,6%. Più contenuti i miglioramenti delle province di Sassari (+10,9%) e Sud Sardegna (+16,3%). «Tra l'altro crescono sempre più le imprese che partecipano alle iniziative sull'export - prosegue il numero uno dell'associazione artigiana - e quindi è da apprezzare lo sforzo che si sta facendo anche sul fronte della formazione. Perché per affacciarsi sui mercati esteri, infatti, occorrono sempre più competenze che non tutte le realtà possiedono. Per questo sia le attività formative programmate che i bandi sull'internazionalizzazione avranno sempre più successo. Proiettarsi verso i mercati stranieri e riuscire a posizionarsi in un quadro di competitività sempre più globalizzata è una necessità per le imprese e una sfida da cogliere».

Luca Mascia

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