La vertenza ex Alcoa è di nuovo appesa a un filo, ad appena un anno e mezzo dall'acquisizione dello stabilimento di Portovesme da parte di Sider Alloys.

La multinazionale svizzera è a un passo dall'addio. Scade il 31 agosto la cassa integrazione per i lavoratori, e all'orizzonte non si vede il rifinanziamento della mobilità che consentirebbe di arrivare almeno a fine anno.

La riapertura degli impianti è legata a un nodo: il costo dell'energia, che attualmente è troppo alto per convincere gli investitori a puntare sul riavvio di una macchina ferma da anni.

Molto dipende dall'evoluzione della crisi di governo: prima delle dimissioni di Conte infatti, il Mise stava portando in consiglio dei ministri un decreto che avrebbe riconosciuto a Sider Alloys la possibilità di accedere ad agevolazioni sul prezzo dell'energia.

Decreto mai approvato perché il governo è saltato prima. E lo stesso Di Maio, al termine del primo giro di consultazioni, aveva citato l'ex Alcoa tra le questioni irrisolte per via della crisi, imputando la mancata soluzione a Matteo Salvini: "L'Alcoa in Sardegna non può riaprire", aveva detto tra le altre cose.

I sindacati tuttavia non perdono le speranze. La trattativa, da quando è nato il governo gialloverde, è sempre stata in mano al sottosegretario al Mise, il pentastellato Davide Crippa. Se i pentastellati dovessero restare alla guida del Paese - cambiando alleato a passando al Pd - "la strada dovrebbe essere tutta in discesa, visto anche il lavoro fatto da Carlo Calenda quando era ministro", si sbilancia un esponente dei metalmeccanici sardi.

A spaventare più di ogni altra cosa è il voto, che farebbe dilatare i tempi e potrebbe portare all'ingresso nel tavolo di forze politiche diverse, con cui bisognerebbe ricominciare da zero. Sider Alloys sarebbe disposta ad aspettare? Non è detto.

Quanto alla mobilità: scade il 31 agosto, il cdm avrebbe dovuto approvare uno stanziamento di 4 milioni per le aree di crisi complessa (Portovesme e Porto Torres) per dare copertura ai lavoratori fino al 31 dicembre. Lavoratori che già dal 1 settembre potrebbero invece trovarsi senza soldi né ammortizzatori sociali.

(Unioneonline/L)
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