Il debito pubblico italiano segna un nuovo record assoluto. La Banca d'Italia ha pubblicato nel fascicolo "Finanza pubblica, fabbisogno e debito" i dati relativi a quello registrato dalle amministrazioni pubbliche a marzo, mese in cui ha toccato il punto più alto.

E infatti il debito è stato pari a 2.260,3 miliardi, una cifra in aumento di 20,1 miliardi rispetto al mese precedente.

Un incremento - dicono all'istituto bancario centrale - dovuto al fabbisogno mensile dei vari settori della PA (23,4 miliardi), parzialmente compensato dalla diminuzione delle disponibilità liquide del Tesoro (per 2,2 miliardi) e dall'effetto complessivo degli scarti e dei premi all'emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e della variazione del tasso di cambio (1,1 miliardi).

Quanto ai sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 20,3 miliardi, quello delle amministrazioni locali è diminuito di 0,2 miliardi; il debito degli Enti di previdenza, invece, è rimasto pressoché invariato.

Intanto l'inflazione accelera e ad aprile arriva ai massimi dal 2013. L'Istat ha rivisto al rialzo l'aumento dei prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi, al +0,4% mensile e al +1,9% su anno, dai rispettivi +0,3% e +1,8% delle stime preliminari.

Si tratta di una netta spinta all'insù rispetto al +1,4% annuo dei prezzi registrato a marzo.

A spingere i prezzi sono tuttavia soprattutto gli aumenti di luce (+5,4%) e gas (+5,9%), per il confronto sulle tariffe dello stesso mese dello scorso anno. Infatti l'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, sale di quattro decimi di punto percentuale (+1,1%, da +0,7% di marzo), mentre quella al netto dei soli beni energetici si attesta a +1,3%, da +1,2% del mese precedente.
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