C'è anche il settore dei trasporti tra quelli più colpiti dalla crisi pandemica in Sardegna. Lo si deduce dai dati del Dossier sul settore del trasporto terrestre di passeggeri nell’Isola, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna.

Dal report emerge che sono mille le imprese con i motori spenti per più di 3 mesi, quasi 5mila i dipendenti in cassa integrazione, oltre 50 milioni i mancati ricavi per i soli mesi di marzo, aprile e maggio e una prospettiva di mercati decimati almeno sino a fine anno.

Parliamo di taxi (27,7%), di noleggio di autovetture con conducente (54,8%), ma anche di autobus, ovviamente scuolabus e servizi navetta per transfer prevalentemente da e verso aeroporti e porti rappresentato, all’82%, da aziende artigiane (17,4%).

"La maggior parte dei mezzi rimangono fermi mentre corrono i costi, gli affitti, le assicurazioni con gravissimi problemi sulla cassa integrazione. Una situazione gravissima che non si è mai verificata in passato – denuncia Fabio Mereu, vicepresidente di Confartigianato Imprese Sardegna -. Chi sta sopravvivendo lo fa solo grazie ai risparmi personali ma la maggior parte delle aziende è letteralmente ferma da più di 3 mesi e con prospettive insufficienti per il futuro. Una luce la vedono le aziende che con i servizi scolastici potranno, forse, riprendere a settembre. Ma tutte le altre, quelle più piccole, che vivevano principalmente dei viaggi organizzati o dal comparto turistico in generale, hanno davanti un futuro davvero incerto".

Ad aprile, in pieno lockdown, pmi e imprese artigiane del settore hanno registrato un calo del fatturato dell’80,6% e nel mese di maggio del 77,3%. Lo stop di fine febbraio a qualunque spostamento, dal turismo agli eventi aziendali sino agli incontri sportivi, dalle mostre alle scuole, ha bloccato tutti i possibili mercati. Il settore ha risentito, e risente ancora, anche della cancellazione e dell’annullamento di numerosi eventi sul territorio, della mancata presenza degli oltre 215mila studenti delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I e II grado e del pressoché totale azzeramento di 1 milione e 715mila presenze turistiche nell’Isola nei mesi di marzo-maggio, che si stima si traduca in una mancata spesa dei turisti per i trasporti (compresi quelli per arrivare sull’Isola) di 13,8 milioni di euro.

"Il settore è devastato: servizi scolastici fermi, gite ripartite solo da pochi giorni, eventi e manifestazioni interrotti, e quindi i veicoli adibiti al trasporto persone, tranne per alcuni casi in sostituzione dei treni, sono tutti nei piazzali – continua Mereu - a ciò si aggiunge il blocco del lavoro delle agenzie viaggi che hanno registrato una marea di disdette. Avevamo investito in mezzi e risorse per affrontare la stagione primaverile, costi che ogni collega deve giornalmente sostenere. Ad oggi abbiamo il problema di dove trovare le risorse per far fronte alle spese".

"Tutto è legato a doppia mandata con il turismo – sottolinea il vicepresidente - e i viaggi si stanno riducendo al lumicino. Anche il trasporto d’affari e congressuale è al palo. Una situazione complicatissima che sta minando alle fondamenta un settore che viaggia con margini risicatissimi".

(Unioneonline/D)
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