Consigliere tarantino si dimette: "Con l'accordo Ilva tradite le speranze nei 5 Stelle"
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A Taranto è il secondo giorno di voto al referendum sull'accordo tra sindacati, Governo e Arcelor-Mittal per il futuro dell'Ilva, con lunghe code e responsi positivi, mentre nei prossimi giorni sarà il turno degli stabilimenti di Genova-Cornigliano, Racconigi e Novi Ligure. Per i dipendenti c'è l'interesse a conoscere nel dettaglio i vari punti dell'accordo, e la sensazione è che prevalga il sì.
Oltre all'interesse a conoscere nel dettaglio i vari punti dell'intesa, fanno senz'altro gola le 10mila e 700 assunzioni con tanto di tutela dell'articolo 18, ma non mancano voci critiche, soprattutto per la questione ambientale, anche se Mittal ha via via stretto i tempi per gli interventi di riduzione delle emissioni inquinanti.
E se autorità come il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci e il presidente di Confindustria locale Vincenzo Cesareo hanno espresso soddisfazione, sempre a livello locale si registrano le voci più critiche sull'accordo, soprattutto tra quanti si aspettavano dai ministri del Lavoro Luigi Di Maio, dell'Ambiente Sergio Costa e della Salute Giulia Grillo una profonda conversione economica dell'area con la fine della siderurgia e un piano credibile per risolvere il problema ambientale e sanitario.
Tra queste voci spicca quella del consigliere comunale tarantino dei 5 Stelle Massimo Battista, ex operaio Ilva e sindacalista, che oggi si è dimesso in aperto contrasto con il Movimento: "E' una decisione che prendo nel rispetto di più di mille cittadini che mi hanno votato ma anche di tutto il resto della città".
"Ho sperato anch'io che fosse finalmente arrivato il momento di iniziare a realizzare una Taranto libera dalle fonti inquinanti - prosegue Battista - fondata su quelle economie alternative che da decenni vengono sacrificate. Avrebbe richiesto anni di impegno ma con un governo alleato e non più nemico non sarebbe stato impossibile. Da diversi mesi, però, per me è evidente che le speranze nel Movimento Cinque Stelle sono state tradite. Da quando si è insediato il governo Conte".
Nonostante riconosca il passo avanti sul piano occupazionale, il consigliere dimissionario chiede che sia reso noto il piano industriale e soprattutto che si spieghi ai tarantini come sarà possibile aumentare la produttività senza alzare il livello dell'inquinamento: "Sembra di essere tornati ai tempi della legge-truffa della Regione Puglia sulla diossina quando l'unica cosa chiara era che la produzione non andava fermata. Lo stesso Movimento che per anni ha criticato le leggi 'salva Ilva', quelle che hanno permesso al più grande stabilimento siderurgico d'Europa di produrre dal 2012 pur sotto sequestro della Magistratura, nel resto d'Italia esulta per aver 'salvato' i posti di lavoro. Nei primi 100 giorni di governo non ha mosso un dito per cancellare almeno una di quelle leggi, sono ben 12, che fino a pochi mesi fa citavano a esempio di come i partiti abbiano svenduto la salute dei cittadini di Taranto''.
(Unioneonline/b.m.)