La burocrazia continua a soffocare l'agricoltura sarda allargando sempre di più la forbice tra gli impegni politici e la loro attuazione.

È quanto sostiene Coldiretti Sardegna, che elenca i diversi interventi ancora fermi al palo e chiede a gran voce, alla Regione, il taglio della burocrazia ricordando le proposte di semplificazione già depositate.

"La siccità del 2017 è l'esempio più eclatante e paradossale ed a distanza di cinque anni, dopo aver perso clamorosamente anche i tempi stabiliti dal regolamento Ue per liquidare i denari alle aziende agricole, ancora non si hanno dati certi su quante domande rimangono da pagare e quando si intende farlo con la formula del de minimis come annunciato dalla Regione”, ricordano da Coldiretti Sardegna. “Al momento siamo all'oscuro di tutto, non abbiamo un interlocutore e ovviamente gli unici che pagano le inefficienze sono gli agricoltori".

Così come avvenuto con la siccità sono diversi gli interventi bloccati che rischiano di vanificare la volontà politica.

"In attesa che si stanzino i fondi per il settore ortofrutticolo e cerealicolo garantiti dalla Regione per la grave crisi economica causata dal rincaro prezzi - prosegue una nota Coldiretti - tutto tace anche per i 44 milioni già destinati al settore zootecnico. La crisi la si sta vivendo adesso ed occorre intervenire celermente per avere l'effetto atteso, quello di alleviare i costi di produzione lievitati. Non vorremmo, paradosso nel paradosso, assistere ad un nuovo vergognoso caso siccità 2017 in cui si superano anche i tempi stabiliti per gli interventi all'interno della crisi Covid".

Nella lista dell'immobilismo burocratico ci sono anche i 7 milioni di euro destinati per la bluetongue dello scorso autunno. "I tempi burocratici sono sempre più lenti e lontani da quello delle imprese agricole. Abbiamo presentato in Regione anche un progetto, in cui davamo la nostra disponibilità e ci assumevamo le responsabilità con i nostri uffici per tagliare i tempi e garantire in poche settimane il disbrigo delle pratiche. Purtroppo si è scelto di non cambiare e di tenere i ciclopici tempi che fanno male alle aziende agricole".

"La burocrazia non può rendere sterile la politica ed ammazzare le aziende agricole - la conclusione - ma occorre consequenzialità sulle decisioni prese anche in termini temporali. Parliamo di interventi straordinari in un momento storico straordinario che devono essere realizzati in tempi certi e brevissimi. Altrimenti si crea un'ulteriore attesa che rischia di essere solo un ulteriore illusione che crea altre perdite e problemi alle imprese. Allo stesso tempo non è più rinviabile avviare il cantiere burocrazia. Come Coldiretti abbiamo studiato progetti di semplificazione in diversi campi, che grazie all'utilizzo delle nuove tecnologie permettono davvero di tagliare carta e tempi".

(Unioneonline/v.l.)

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