Parlamentari e consiglieri regionali sardi fanno quadrato per chiedere al Governo misure per ridurre il “pesante gap” che intercorre in fatto di approvvigionamento energetico tra l’Isola e il resto d’Italia. Un appello accompagnato dalla richiesta di misure per contrastare il caro energia.

Deputati, senatori e rappresentanti delle istituzioni regionali si sono incontrati alla Portovesme srl, nel corso di un convegno organizzato da Confindustria Sardegna Meridionale.

Un meeting cui hanno partecipato il presidente dell'Assemblea sarda Michele Pais e, in collegamento video, l'assessora regionale dell'Industria Anita Pili. Con loro la senatrice Sabrina Licheri (M5S), la collega pentastellata Alessandra Todde, il parlamentare Pd Silvio Lai, la deputata di Avs Francesca Ghirra, i deputati Ugo Cappellacci (Fi), Salvatore Deidda e Gianni Lampis (Fdi) e Alessandra Zedda, ex assessora al Lavoro della giunta Solinas. 

Nel corso dell’iniziativa, l'amministratore delegato della Portovesme srl, Davide Garofalo, ha focalizzato l'attenzione sul fatto che già dal 2021 la situazione produttiva e occupazionale delle imprese «è stata messa a dura prova dai rincari energetici».

Oggi per l'azienda, ha sottolineato l'ad, i costi per l'energia elettrica «hanno raggiunto percentuali di oltre il 70% dei costi totali e per la linea zinco questa forchetta è passata dal 34% all'86%».

Da qui una serie di richieste alle istituzioni, e in particolare al governo, tutte con il fine di far gareggiare l'Isola ad armi pari.

Tra le istanze avanzate c'è quella di «verificare la possibilità di riproporre lo strumento della super-interrompibilità per le aziende energivore della Sardegna e della Sicilia; di equiparare gli aiuti riconosciuti fino ad ora alle aziende gasivore italiane agli utenti industriali della Sardegna non serviti da metano».

«Gli elevati costi - ha affermato il presidente Pais aprendo i lavori - mettono a rischio la continuità della produzione industriale e, di conseguenza, i posti di lavoro. Oggi dal Sulcis parte l'ennesimo grido di allarme rivolto al Governo nazionale».

A chiedere un impegno dell'azienda a non chiudere lo stabilimento di San Gavino e ad assicurare una continuità imprenditoriale di almeno dieci anni, è stata la deputata del M5S Alessandra Todde.

«Porterò subito al tavolo del ministro dello Sviluppo economico Urso le istanze e organizzeremo un incontro con Enel e tutti i parlamentari sardi», ha detto invece il deputato di Fdi Deidda.

Francesca Ghirra ha invece ricordato che la Camera ha accolto un ordine del giorno per modificare i criteri di assegnazione di energia a costo calmierato, dando maggiore priorità alle imprese che operano in Sardegna e in Sicilia.

Per il dem Lai bisogna agire già durante la conversione del decreto Aiuti quater e con la successiva legge di bilancio: «Si chiede – ha detto – di mettere l'industria sarda nelle stesse condizioni a fronte di palesi disparità. E anche la Regione uscendo da un torpore cronico dovrà sostenere i parlamentari sardi nell'iniziativa».

(Unioneonline/l.f.)

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