Il governo Draghi cerca di correre ai ripari dopo l’annuncio da parte del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani di rincari sulle bollette dei clienti del mercato tutelato (si stima un +40% per l’elettricità e un +31% per il gas), che scatterebbero dal primo ottobre.

È infatti in fase di studio un provvedimento che avrà lo scopo di ridurre di un terzo l’impatto da 9 miliardi degli aumenti previsti.

In queste ore i tecnici del ministero dell’Economia e delle Finanze sono al lavoro per individuare le coperture al decreto legge: una parte (pari a circa 750 milioni di euro) dovrebbe arrivare dalle aste della CO2 che, già a luglio, hanno contribuito a sterilizzare parzialmente i rincari.

La parte più consistente, però, dovrebbe essere recuperata dal Mef sulle risorse avanzate dai tiraggi ridotti delle misure anti-crisi predisposte dall’esecutivo per fronteggiare la pandemia (leggi bonus). Ancora non si conosce a quanto ammonterà lo stanziamento, che potrebbe essere pari a 3-3,5 miliardi di euro.

La misura “tampone” potrebbe essere approvata giovedì dal Consiglio dei ministri e prevedrà il taglio “una tantum” degli oneri di sistema nell’ultimo aggiornamento trimestrale, che pesavano per il 10,7% sul totale della spesa per la fornitura dell’energia elettrica (e il 4,7% sul gas).

Le imposte (Iva e accise), invece, erano pari al 12,6% nella bolletta della luce, mentre incidevano molto di più nell’esborso per il gas, dove vanno conteggiate anche le addizionali regionali: il 35,6% dell’intera bolletta.

(Unioneonline/F)

© Riproduzione riservata