Manca un anno alla Zona franca doganale nel Porto canale di Cagliari.

Per iniziare l'attività della Zona franca doganale (Zfd), nel Porto, servono due edifici (per l'Agenzia delle dogane, gli uffici della Zfd e della Guardia di finanza), i sottoservizi, la videosorveglianza, l'illuminazione, la viabilità interna e quella di raccordo con la strada statale 195 per Pula.

Non ultimo, servono confini ben marcati da reti metalliche, perché la Zona franca doganale è interclusa, cioè deve avere un territorio definito e invalicabile: sei ettari, all'inizio, ma possono moltiplicarsi per sei volte: la superficie massima è infatti di 36 ettari.

I soldi ci sono: due milioni di euro frutto di un finanziamento da parte della Regione e di fondi dello stesso Consorzio industriale provinciale di Cagliari (Cacip).

E c'è anche la scadenza: dodici mesi per completarlo, quel primo lotto, perché il termine è tassativo dopo anni e anni trascorsi a parlare senza concludere quasi niente.

Il Comune ha rilasciato le concessioni edilizie: "La gara d'appalto per realizzare il primo lotto di lavori - assicura Salvatore Mattana, presidente del Cacip - sarà bandita entro il mese", anche perché la variante sulle volumetrie è cosa quasi fatta.
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