Grido d'allarme all'aeroporto di Elmas: dopo le restrizioni imposte dal Governo per contenere l'emergenza Coronavirus, allo scalo Mario Mameli crollano i passeggeri e chiudono le attività. Solo ieri, per intendersi, sono transitati appena 283 passeggeri, contro gli oltre 9.000 del 22 marzo del 2019, che significa una perdita secca del 97%. Questa mattina, invece, i passeggeri arrivati da Roma con l'ultimo volo della mattina (alle 10.20) erano appena una trentina.

Di fronte a questi numeri, Renato Branca, amministratore delegato di Sogaer, la società che gestisce lo scalo, ha attivato la cassa integrazione per i 540 dipendenti delle società Sogaer, Sogaerdyn e Sogaer Security. "In questo momento la maggior parte dei dipendenti è in ferie, anche per tutelare la salute dei lavoratori, e solo una quarantina lavorano tutto il giorno in aeroporto", dice. "In linea con quanto suggerito da Assaeroporti, arriva la cassa integrazione straordinaria. Certo, siamo preoccupati", aggiunge, "ma siamo anche consapevoli della responsabilità che abbiamo per mantenere integra l'azienda, sapendo che questa situazione sarà temporanea".

All'interno dello scalo sono solo quattro le attività aperte: due bar, uno agli arrivi, l'altro alle partenze, un supermercato e la parafarmacia (alle partenze, una delle poche ad avere ancora i gel disinfettanti per le mani). I passeggeri, naturalmente, sono pochissimi: Vanessa Virdis ed Emiliano Pirina, 25 anni lei, 22 lui, aspettano il treno che all'ora di pranzo li porterà a Olbia. Rientrano da Londra, via Roma, con l'ultimo volo della mattina in arrivo a Cagliari. "Sarà dura", dicono, "eravamo partiti per l'Inghilterra per un'esperienza di vita. Ora invece siamo dovuti tornare senza prospettiva. Vedremo che accadrà".
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