Complice l'andamento al ribasso di Wall Street, la prima seduta della settimana (e del secondo trimestre 2017) si chiude in negativo per le borse europee.

Londra perde lo 0,55%, Francoforte lo 0,45%, Parigi lo 0,71% e Madrid l'1,32% (peggior performance continentale).

A spingere in rosso i listini, soprattutto il deludente marzo dell'auto negli Stati Uniti (dove le immatricolazioni sono state inferiori alle attese degli analisti).

Piazza Affari (-1,22%) ha però sofferto anche la "giornata no" dei titoli bancari: in particolare Bper Banca, che ha lasciato sul campo il 3,5%, Unicredit (-2,7%), Ubi Banca (-2,5%), Banco Bpm (-2,66%), Mediobanca (-2,43%) e Intesa Sanpaolo (-1,57%).

Fuori dagli istituti di credito, ci sono state consistenti perdite per A2a (-2,68%), dopo i conti 2016 diffusi nel primo pomeriggio. Ma gli investitori hanno colpito anche altre utility quotate del Ftse Mib: come Snam (-1,28%), Terna (-0,69%) e - in misura minore - Italgas (-0,24%). Piatta invece Enel.

La maglia nera di giornata va però a Fiat Chrysler (-4,98%), che a marzo negli Usa ha registrato un calo delle vendite del 5%, contro le attese per una crescita del 2,7%. In rosso, poi, altri titoli della "galassia Agnelli": quelli di Cnh Industrial (-2,05%) e della holding Exor (-1,09%).

Sul lato dei rialzi, spicca invece il +3,27% di Saipem, favorito dalla risalita del petrolio. Molto bene pure Brembo, che con un progresso dell'1,95% si porta per la prima volta nella storia sopra i 70 euro per azione.

Segni più anche nel settore lusso, con Salvatore Ferragamo (+1,18%), Monlcer (+0,97%) e Yoox-Net-A-Porter (+0,81%).

In questo quadro - nonostante l'economia italiana mostra segnali incoraggianti (sul fronte manufatturiero e occupazionale) - si allarga lo spread tra Btp e Bund sul mercato secondario dei titoli di Stato. Il differenziale di rendimento si è infatti attestato a quota 187 punti base; con il tasso dei decennali italiani al 2,15%.
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