Nella prima seduta di contrattazioni successiva all'insediamento del nuovo presidente americano Donald Trump, le principali borse europee hanno tutte chiuso in perdita.

Se Parigi e Londra hanno lasciato sul terreno rispettivamente lo 0,6 e 0,68%, e Francoforte lo 0,73%, peggio ha fatto Milano terminando a -0,78%.

Il Ftse Mib ha accentuato le perdite nel pomeriggio (in scia all'andamento negativo di Wall Street). Il listino milanese è stato zavorrato soprattutto dalle banche, nella settimana in cui si discuterà del decreto legge "salva-risparmio" da cui dovranno arrivare 20 miliardi per il salvataggio degli istituti in difficoltà.

Ci sono state vendite sostenute su Unicredit (-2,79%), nel giorno in cui è partito il raggruppamento azionario. Ma anche su Banco Bpm (-2,83%), Bper (-2,35%) e Intesa Sanpaolo (-2,91%).

I riflettori sono stati comunque rivolti verso Trieste. Generali Assicurazioni ha infatti messo a segno un balzo del 3,94%, in seguito ai rumors su un possibile interesse della tedesca Allianz e anche di Intesa Sanpaolo (che starebbero valutando un'operazione sul Leone). Gli acquisti hanno premiato anche Mediobanca (+1,51%), azionista di riferimento della compagnia triestina.

Nel settore bancario si è fatta inoltre sentire la decisione della stessa Mediobanca di ridurre da "outperform" a "neutral" la raccomandazione su Banca Mediolanum, che paga pegno e risulta in ribasso del 2,54%.

Il calo del petrolio - dopo l'aggiornamento relativo agli impianti di trivellazione elaborato da Baker Hughes - si è sentito sui titoli del comparto: con Eni che perso l'1,54% e Saipem l'1,24%.

Per quanto riguarda i titoli di Stato, lo spread tra Btp e Bund tedesco si ferma a 164 punti base, mentre il rendimento del decennale italiano è al 2,01% sul mercato secondario.
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