Ancora una seduta debole per le Borse europee, che risentono anche della performance meno dinamica di Wall Street.

Terminano così in flessione il Cac40 di Parigi (-0,65%) e l’Ibex di Madrid (-0,57%), e in perfetta parità il Dax 30 di Francoforte. Mentre il Ftse 100 di Londra è l’unico a mostrare un segno positivo (+0,30%).

Quanto a Piazza Affari, il Ftse Mib ha lasciato sul terreno lo 0,42%, restando comunque sopra quota 19mila punti.

Le vendite si sono concentrate soprattutto sui titoli bancari ed energetici: a partire da Eni e Saipem che perdono rispettivamente l’1,94% e l’1,99% al termine di una settimana contrastata per il settore oil services a livello globale.

Tra gli istituti di credito fa però eccezione Unicredit, che realizza un importante guadagno (+2,14%) nel giorno in cui scadono i diritti di opzione relativi all’aumento di capitale da 13 miliardi (che a sua volta terminerà a fine mese).

A subire le maggiori perdite è invece Bper Banca (-3,1%), che prosegue la parabola ribassista in scia alle indiscrezioni secondo cui i tempi per l’acquisto della "good bank" Carife potrebbero allungarsi.

In calo anche Ubi Banca (-2,05%) e Intesa Sanpaolo (-1,18%), mentre oggi il presidente di Generali (+0,54%) Gabriele Galateri ha detto di esser pronto a valutare "senza preclusioni" un’eventuale offerta dell’istituto di Ca de’ Sass.

Brillante il titolo Mediaset, che ottiene un significativo rialzo (+2,33%) sull’onda dei rumors secondo cui le trattative per la cessione di Premium a Sky sarebbero in fase avanzata.

In ribasso invece Fiat Chrysler (-1,30%), Ferrari (-1,29%) e Telecom Italia (-0,95%).

Sul fronte di titoli governativi, si segnala la risalita dello spread tra Btp e Bund: il differenziale di rendimento ha infatti chiuso a 187,2 punti base, con il tasso del decennale italiano al 2,18% sul mercato secondario. Si ferma a 150,3 punti, invece, il differenziale spagnolo.
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