Giornata di vendite su tutti i principali listini europei, che hanno risentito dell'incertezza e delle tensioni create dai provvedimenti anti-immigrati di Donald Trump, e della conseguente debolezza delle borse statunitensi.

Così Londra ha lasciato sul parterre lo 0,92%, Francoforte l’1,12%, Parigi l’1,14% e Madrid l’1,5%.

Ma a far peggio di tutte è stata Milano, in ribasso del 2,95%, con l'indice Ftse Mib sceso sotto la soglia dei 19mila punti.

A pesare su Piazza Affari sono state soprattutto le perdite nel settore bancario: da Banco Bpm (-3,95%) a Bper (-4,81%), da Ubi Banca (-6,80%) a Intesa Sanpaolo (-3,09%), a Unicredit (-5,45%). Le vendite hanno colpito pure gli assicurativi, come Generali (-3,1%) e Unipol (-5,6%).

Quanto a Unicredit, l'istituto di piazza Gae Aulenti – dopo il via libera della Consob - ha pubblicato oggi il Documento di registrazione in vista del maxi-aumento di capitale da 13 miliardi di euro (che dovrebbe partire in anticipo il 6 febbraio). Ma la Bce ha chiesto entro fine febbraio un dettaglio del piano di gestione dei crediti difficili. Più in generale, sulla gestione degli Npl (non performing loans) è intervenuto anche il presidente dell’Autorità bancaria europea, Andrea Enria, preannunciando la necessità di una "bad bank" comune per gestire gli oltre mille miliardi di euro di crediti deteriorati in mano agli istituti del Vecchio Continente.

Male anche il comparto oil, dove Eni ha perso il 2,57%, Tenaris il 4,9%, e Saipem è arretrata del 6,72%.

Nel complesso, il panorama negativo ha portato una nuova pressione sui titoli di Stato: lo spread Btp-Bund è salito a 188 punti base (contro i 118 del differenziale spagnolo) e il rendimento del decennale italiano è arrivato al 2,33%.
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