«Profondamente delusi» dopo l’incontro con il governo. E così i benzinai confermano lo sciopero del 25 e 26 gennaio.

L’annuncio è arrivato nel corso di una conferenza stampa organizzata da Faib Confesercenti, Fegica e Figisc/Anisa. «Sono profondamente deluso, ci aspettavamo altro per poter venire incontro alle esigenze del ministro, ma le condizioni non sono cambiate. C'è stato uno sforzo per ridurre le sanzioni ma resta l'obbligo del cartello e il messaggio che passa è che siamo una categoria da tenere sotto controllo perché speculiamo. Nemmeno sull'acqua o il pane c'è l'obbligo di comunicare il prezzo», le parole di Bruno Bearsi, presidente Figisc/Anisa.

Il riferimento è all'obbligo dell'esposizione del cartello con i prezzi regionali medi dei carburanti accanto a quelli specifici della stazione di servizio, previsti dal decreto Trasparenza. Un provvedimento che si porta dietro maxi multe per chi non lo rispetta e che, sostengono i benzinai, aggraverebbe i costi dei gestori e creerebbe confusione tra gli automobilisti.

«Lo sciopero è dunque confermato – la precisazione di Bearsi – ma fino all'ultimo minuto siamo disponibili a trovare una quadra. Ora non lo possiamo revocare».

I benzinai hanno proposto di sostituire l'obbligo del nuovo cartello con un meccanismo di Qr code che l'automobilista può scaricare così da conoscere in tempo reale, attraverso una apposita App, i listini medi. Ma al momento le posizioni con il ministero sono ancora molto lontane.

Non si sa ancora quanto durerà lo sciopero. Secondo quanto trapelato le pompe dovrebbero restare chiuse dalle 19 del 24 gennaio alle 19 del 26 gennaio. E dalle 60 ore di proclamazione iniziale si passerebbe quindi a 48.

L'annuncio della riduzione della durata dello stop è arrivato ieri da una delle sigle proclamatrici, Fegica, dopo che il garante degli scioperi, Giuseppe Santoro-Passarelli, aveva dichiarato la protesta "regolare" ma troppo lunga.

«Pessima notizia – il commento di Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, alla notizia della conferma dello sciopero – vorremmo capire quali sono le concessioni del Governo in materia di sanzioni, considerato che scendevano da 516 a 500 euro e che la sospensione dell'attività era solo fittizia e teorica, visto che poteva, e non doveva, scattare solo alla quarta violazione, ossia mai».

«Insomma – prosegue Dona – il presupposto minimo della trasparenza è che i benzinai comunichino almeno i loro prezzi e non lo facciano in modo farlocco, come invece abbiamo denunciato anche all'Antitrust dal marzo del 2022. Se 4000 benzinai non comunicano i prezzi vuol dire che le sanzioni vanno perlomeno decuplicate».

(Unioneonline/v.l.)

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