Il ruolo delle tv private, in Italia, va tutelato. A garanzia del pluralismo dell’informazione e dell’esercizio, di fatto, di un servizio pubblico. Ne sono convinti anche alcuni esponenti del Governo (come Salvini e Urso) dopo l’annunciato taglio (a sorpresa) del 14%, nel Decreto Economia, delle risorse destinate ai contributi per le emittenti televisive e radiofoniche locali. A lanciare l’allarme l’Associazione Tv Locali di Confindustria Radio Televisioni, Aeranti-Corallo e “Alpi”, che hanno manifestano «forte preoccupazione», chiedendo alla presidenza del Consiglio e alle forze politiche «di intraprendere tutte le misure necessarie per ripristinare tali risorse, tagliate inaspettatamente e in maniera insostenibile». Le emittenti locali «svolgono un ruolo cruciale nel panorama informativo e culturale del paese, contribuendo alla diversità e alla pluralità dell'informazione». In campo anche le organizzazioni sindacali. Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil parlano di un settore «già ampiamente provato dalla concorrenza dei broadcasters di grandi dimensioni e da quella internazionale delle piattaforme streaming».

I primi impegni

«La Lega è intervenuta, su impulso diretto di Matteo Salvini, per ripristinare i fondi destinati alle emittenti locali, presentando un subemendamento al Decreto Economia 95/2025 all’esame della Commissione bilancio del Senato». Per Salvini «è fondamentale tutelare la libertà di informazione, il radicamento territoriale e il pluralismo». A rilanciarlo è l’Ansa, che cita fonti della Lega. In campo anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adoldo Urso: su sua proposta, «il relatore al Dl economia ha presentato un emendamento volto a ripristinare il livello delle risorse assegnate al Mimit per il sostegno al settore radiotelevisivo, superando così l’interpretazione particolarmente penalizzante alla Legge di Bilancio 2024 in merito al riparto riservato al Dicastero per le emittenti locali, che di fatto risultavano decurtate». «Siamo intervenuti tempestivamente», ha detto il ministro Urso, «pienamente consapevoli del ruolo fondamentale svolto dalle emittenti locali, che rappresentano una primaria fonte di informazione a livello territoriale».

(Unioneonline)

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